Zuccarelli commissario della sanità calabrese. Forse in tandem con Gino Strada.

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Dopo le dimissioni del generale Cotticelli che intervistato da Giletti avrebbe ancora tanto da dire, la Calabria ha un altro commissario strardinaro per la sanità. E’ Giuseppe Zuccarelli, marchigiano e già commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro e dell’Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini (sempre di Catanzaro).

Così ha deciso il Consiglio dei ministri che si è riunito d’urgenza dopo l’annuncio, via social, da parte del presidente Giuseppe Conte che la Calabria avrebbe dovuto avere, al più presto, un nuovo commissario dopo le infelici ammissioni televisive di Coticelli.

Nonostante un video in cui Zuccatelli non sarebbe convinto dell’utilità delle mascherine nel fronteggiare il Covid (o meglio, ritenendo più importante il distanziamento), il nuovo Commissario è un volto consolidato e tecnicamente assai esperto in termini di managerialità sanitaria. Per un breve periodo ha anche guidato, da commissario, l’Asp di Cosenza e nelle ultime ore è promotore di iniziative pionieristiche a Catanzaro nel contrasto al Covid forzando l’apertura di nuovi posti letto.

Ad affiancarlo nella struttura, potrebbe arrivare niente po po di meno che Gino Strada, medico e fondatore di Emergency che il Movimento Cinque Stelle avrebbe voluto direttamente come commissario. A sentire i bene informati, la disponibilità di Gino Strada ci sarebbe stata anche a fare il commissario, ma avendo le mani libere.

Opzione questa non accettata dal Governo. Un suo ruolo nella struttura commissariale potrebbe rappresentare per la stessa struttura un cambiamento di stile; almeno contro quella burocrazia che al momento non avrebbe fatto spendere tutti i soldi a disposizione della sanità calabrese. Alcuni beni informati ritengono che ci sia a disposizione degli ospedali e dei medici calabresi qualcosa come 700 milioni di euro.

A lavorare per portare Gino Strada nella struttura commissariale il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra che, in diretta da Cosenza, ha informato di avere un dialogo in corso, in coordinamento con il Governo, con Gino Strada allo scopo di coinvolgerlo nella squadra della Sanità calabrese.

“È stato approvato in Cdm – ha scritto Morra nel proprio profilo di Facebook – un decreto Calabria che ha rafforzato i poteri della struttura commissariale per non farla mettere in ginocchio dalla volontà di un Dipartimento regionale Tutela della Salute che fino ad oggi ha molto spesso bloccato le iniziative commissariali, ma soprattutto affinché si possa far intervenire in campo una personalità la cui capacità di visione e la cui filosofia complessiva della Sanità pubblica abbia un potere simbolico e politico enorme, perché qui non possiamo limitarci a convocare bravi manager della Sanità pubblica”.

“Qui in Calabria – a detta di Morra – c’è necessità di qualcosa di più coraggioso, di più rivoluzionario perché la Calabria vive dal 2010 in una situazione emergenziale, con un commissariamento che dopo 10 anni ancora non è stato sospeso. Bisogna fare un salto di qualità facendo scendere in campo una personalità che è, a livello forse mondiale, considerata capace di mettere mano nella sanità Portando immediatamente servizi, prestazioni e soprattutto diritti per i più deboli”.

Intanto, in Consiglio regionale dove si respira già area da elezioni si registra la fronda del presidente facente funzioni Nino Sperì contro la nomina del nuovo commissario che, nel centro destra, non piace fra gli altri, al Presidente del Consiglio Domenico Tellini.

“Gli attacchi volgari, telecomandati, asserviti contro l’istituzione regione e contro gli uomini e le donne che la servono fedelmente in questi durissimi periodi di pandemia – a detta di Sperlì – ci obbligano a pubblicare ciò che pubblico è già ma fin troppo soggetto ad opinione personale priva di alcun fondamento.Ai media, alla stampa, al popolo della rete sociale chiedo la difesa, la tutela della nostra terra e non questo continuo avvelenamento dei pozzi che dopo aver ucciso i presunti nemici finirà con avvelenare, necessariamente, anche gli amici e se stessi”.

Francesco Rizza

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