Viaggio nella storia mondiale del calcio. Garincha “passerotto di Magé” di Antonio Lombardo.

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La prima edizione è del 2015, ma continua a furoreggiare nelle edicole virtuali oltre che nelle librerie, con un discreto successo. Stiamo parlando de “Il Passerotto di Magé” primo romanzo di Antonio Lombardo edito da “Storie di Sport”: un blog di notizie sportive diventato, col tempo, casa editrice. A scriverlo, con un impegno di cui sono stato testimone indiretto piacevolmente tirato dentro ad una storia non ancora conclusa, Antonio Lombardo: ingegnere delle telecomunicazioni nato nel 1973 a Catanzaro, ma da più lustri trasferitosi nell’hinterland romano.

L’inizio del suo scrivere si è registrato su “Area Locale” un vivace portale di notizie e culture che fu chiuso da un momento all’altro senza che neppure tutti i collaboratori ne capissimo le vere motivazioni e che, per un buon periodo, si è interessato del Marchesato Crotonese pubblicando, oltre a qualche  edizione cartacea saltuariamente pubblicata, un discreto numero di titoli.

 Nello stesso portale Antonio Lombardo aveva pubblicato i suoi primi racconti come “I Sette Nani di Auschwitz”  “Historia di una nina inmigrante” e “La storia di Primo Carnera”. Altri suoi scritti si possono trovare sul portale “fare Cultura” e sul mensile “Il Petilino”, a testimonianza di quanto lo stesso scrittore sia legato alla propria cittadina di origine.

Nonostante “Il Passerotto di Magé” sia il suo romanzo d’esordio, Lombardo è riuscito ad affabulare fin dalle prime pagine i lettori della storia di Garrincha, uno storpio brasiliano che tutto avrebbe potuto fare tranne che giocare a pallone. Per le sue doti caldissime ed un impegno senza limiti, Garrincha invece divenne nel tempo un’icona non solo calcistica del Brasile. Era, infatti, l’ala destra di quella Nazionale con cui vinse due  dei cinque mondiali stra meritati dai calciatori brasileri.

Ma chi era Manè? Ce lo facciamo dire da Zico che ha curato la prefazione del romanzo di Antonio Lombardo: “Quando giocava contro i Botafogo provavo sempre un misto di rabbia e di riservatezza. Mané era garanzia di spettacolo e, benché dovessi sopportare una squadra nella quale militavano anche Quarentinha, Didi e compagnia che faceva soffrire i tifosi rivali come me, non potevo fare altro che rassegnarmi. Aveva con la palla un rapporto che si collocava tra l’ispirazione e la relazione affettiva. E lei obbediva”.

Perché a distanza di più anni dalla pubblicazione “Il Passerotto di Margé” merita ancora di essere letto? La risposta retorica a questa domanda retorica potrebbe essere che ogni romanzo edito merita di essere letto ma in questo caso, a nostro parere, c’è di più. Intorno alla storia di Garrincha, Lombardo è riuscito ad intessere un’intensa descrizione che consente anche a noi Europei che non abbiamo mai attraversato l’Atlantico di conoscere il Brasile, la sua popolazione, le sue tradizioni ed i suoi sapori.

Francesco Rizza

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