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Cassiodoro fu un “grande protagonista della storia europea nel passaggio tra Evo antico e medio”. Ne è convinto Mons. Vincenzo Bartolomeo arcivescovo di Catanzaro e Squillace annunciando la conclusione dell’ inchiesta diocesana della causa equipollente di beatificazione del servo di Dio Flavio Aurelio Magno Cassiodoro. Lo stesso Presule presiederà domani, 23 luglio, una solenne concelebrazione a termine del lavoro diocesano nella Basilica minore di Santa Maria Assunta a Squillace presiederà la sessione di chiusura dell’iter avviato a gennaio dello scorso anno con una solenne cerimonia nell’archivio storico diocesano, sempre a Squillace, dove Cassiodoro nacque e morì.
Componenti del Tribunale per l’istruzione del processo sono il postulatore della causa di beatificazione don Massimo Cardamone, il giudice delegato padre Pasquale Pitari, il promotore di giustizia don Stephen Achilihu, il notaio attuario don Davide Riggio e il cancelliere arcivescovile don Giovanni Scarpino.
Ill servo di Dio Cassiodoro, assetato di Dio, innamorato del mistero del Cristo incarnato, alla scuola dello Spirito Santo – sottolinea Bertolone – dopo un’intensa carriera politica, scelse di fare esperienza di Cristo mediante la meditazione assidua della Sacra Scrittura. Insegnando, poi, a non avere paura della cultura del proprio tempo, ma a servirsene per la conoscenza di Cristo, gettò lo sguardo sulla vita e sul legame del credente con il mondo, al quale occorre portare il lieto annuncio di salvezza. Aveva intuito che la morale non è sufficiente a salvare l’uomo, se la stessa non scaturisce dalla più alta esperienza di Cristo: la morale si fonda sull’esperienza amorosa di Cristo, la cui profondità è misurata dal dono offertoci di contemplare l’insondabile mistero divino”.
Componenti del Tribunale per l’istruzione del processo sono il postulatore della causa di beatificazione don Massimo Cardamone, il giudice delegato padre Pasquale Pitari, il promotore di giustizia don Stephen Achilihu, il notaio attuario don Davide Riggio e il cancelliere arcivescovile don Giovanni Scarpino.
“Cassiodoro il grande si avvia verso il riconoscimento della sua santità. Grazie a quanti se ne sono interessati e si sono impegnati, cominciando dall’arcivescovo Bertolone, e dagli arcivescovi defunti Cantisani e Ciliberti», commenta il fondatore e presidente onorario dell’Istituto Cassiodoro, Guido Rhodio. Secondo i rappresentanti dell’Istituto, l’inchiesta canonica «si basa su autorevoli pronunciamenti, come quelli dei recenti pontefici Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e di una bibliografia divenuta sterminata proprio in questi ultimi decenni e per le iniziative ammirevoli di tanti soggetti culturali e istituzionali, che supera vistosamente quella dei quindici secoli precedenti”.
Ad essersi interessato alla figura di Cassiodoro anche “Il CalabrOne” il nostro periodico di cultura e promozione territoriale che nel luglio del 2017 ha pubblicato la propria uscita speciale al Golfo di Squillace in cui la figura del Monaco saullacese è stata approfondita da Ulderico Nisticò, nostro collaboratore e saggista soveratese.
Francesco Rizza
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