Tirocinanti in protesta a Catanzaro. “Dopo anni di promesse la politica ci tuteli”.

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Stanchi di essere sfruttati hanno protestato numerosi ma civilmente dinnanzi alla Cittadella regionale di Geraneto. Sono quei tirocinanti che da circa 10 anni lavorano per la regione Calabria, per 500 euro a mese, senza ferie e senza contributi. Se non ci fossero loro, molti Comuni calabresi sono in difficoltà per quel blocco delle assunzioni in vigore anche quando le piante organiche sono all’osso.


Dal 31 gennaio mille padri e madri di famiglia sono testati a casa ed oggi, 7 settembre, è stato il giorno della protesta; dopo mesi di confronti, promesse e speranze svanite. Accanto ai manifestanti il sindacato della Uil Temp, che si appella al Ministero della Giustizia e alla Regione affinché tutelino i mille tirocinanti.


Alla presidente Jole Santelli ed all’ assessore Orsomarso chiedono quelle garanzie che possono arrivare solo da una riforma strutturale che, a questo punto, è più importante dell’accredito mensile. Lo spettro è quello che il loro lavoro possa non riprendere più. “Siamo stati abbandonati e mandati a casa – lamentano – nonostante gli anni di formazione che abbiamo sostenuto anche perché la stessa non è accreditata e non è, quindi, valida da nessuna altra parte” .


“È giusto – aggiungono – che si inizi un percorso di stabilizzazione o quanto meno di contrattualizzazione, almeno per non vedere sfumata la formazione di tutti questi anni. Oggi parte un percorso. Le risorse comunitarie ci sono e sono ingenti, quella che è adesso necessaria è quella programmazione che non è più rinviabile”.
Francesco Rizza

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