Storie di “naturale” (?) fascismo: pasta dal gusto littorio prodotta in Molise.

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Come osservava Pier Paolo Pasolini c’è in Italia un fascismo latente che ogni tanto affiora. Quello di coloro secondo i quali , per esempio, “Mussolini ha fatto anche cose buone” o che ai suoi tempi i treni arrivavano in orario o ed è questa la notizia degli ultimi giorni relativa alla pasta “Molisana”: un’azienda che, per il resto, la prepotenza del fascismo l’ha subita sulla propria pelle.

Le “Abissine”, le “Tripoline” e le “Bengasine“. Sono alcuni dei nomi scelti dal pastificio per i loro formati di pasta e che nelle ultime ore hanno scatenato le polemiche sui social. Revisionismo, nostalgia o altro?

Al centro della bufera scoppiata negli ultimi giorni, ci sono soprattutto le descrizioni, prontamente cancellate dall’azienda, che erano affiancate ai vari formati. “Negli anni Trenta l’Italia celebra la stagione del colonialismo con nuovi formati di pasta”, si leggeva sul sito, dove si parlava di prodotti dal “sicuro sapore littorio” e “sapore coloniale“, che evoca “luoghi lontani, esotici”.

Sono migliaia gli utenti sui social che hanno trovato in queste parole una disturbante evocazione del colonialismo italiano, periodo controverso e storicamente connesso al fascismo; probabilmente perché non ancora dimentichi che l’apologia del fascismo è ancora reato in Italia.


“Una storia di violenza e crimini contro l’umanità non può essere usata come slogan per vendere della pasta”, scrive un utente su Twitter, dove l’hashtag è andato in tendenza con quasi 7mila menzioni, pure se Rossella Ferro, la responsabile marketing de La Molisana, ha tentato di sminuire l’accaduto precisare la mancanza , attribuendo l’episodio a uno “spiacevole errore nel non ricontrollare le schede dei prodotti affidate all’agenzia di comunicazione” che si è occupata dello storytelling, ha detto a Repubblica. Sarà davvero così?

Intanto, prende posizione pure l’Anpi molisana. “Per chi conosce la storia della famiglia titolare del Pastificio La Molisana – ha detto all’Ansa Michele Petraroia – non possono sorgere incomprensioni su un tema così delicato. I nazifascisti ritirandosi da Campobasso – ha ricordato – distrussero la loro azienda e nel dopoguerra come spesso ricordava l’on. Alfredo Marraffini del Pci, il capostipite della famiglia Ferro partecipava alle sottoscrizioni della Festa de L’Unità. In tutti i casi è opportuno che La Molisana chiarisca, se necessario anche in modo più fermo, la propria totale estraneità ad ogni riferimento col fascismo”.

“Ci scusiamo per il riferimento riguardante il formato di pasta ‘Abissine rigate’ che ha rievocato in maniera inaccettabile una pagina drammatica della storia», hanno detto all’agenzia Ansa i responsabili del pastificio, aggiungendo che «cancellare l’errore non è possibile, ci impegniamo a revisionare il nome del formato in questione attingendo alla sua forma naturale”.


Francesco Rizza

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