Speciale Rocca Bernarda

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…uniti in una terra dalle mille anime.

Carissimi lettori, ripartiamo dopo la pubblicazione dei primi cinque numeri che sono serviti da rodaggio per il gruppo redazionale e per delineare il taglio della rivista. Ora iniziamo con gli speciali paesi della provincia di Crotone, e a seguire ci occuperemo delle altre province della nostra bella Calabria. Il primo paese come si evidenzia dalla copertina è Roccabernarda. Paese che, … sorge come un presepe tra gli ultimi contrafforti della Sila Piccola.
Come ogni luogo della nostra bella penisola, esso cela tesori inesplorati, che spesso la nostra cecità rende invisibili. Nel caso di Roccabernarda esiste un importante monumento ecclesiastico, il convento di San Francesco da Paola datato 1530, mai seriamente preso in considerazione, come tanti e importanti siti storici che esistono sul nostro territorio e che potrebbero essere i fulcri da dove partire per rilanciare e modificare gli assetti economici e culturali dei nostri paesi. Bisogna crederci. L’attuale amministrazione di Roccabernarda ha preso a cuore questo sito muovendo già i primi passi, acquisendo il rudere (che era finito per errore del catasto in mano ai privati), avvalendosi delle leggi vigenti, che conferiscono i beni ecclesiastici agli enti statali; il ritrovamento di una pergamena è stata essenziale per la dimostrazione che il rudere era veramente un convento francescano. Ora non bisogna perdere altro tempo! Servono i finanziamenti per fare i primi interventi urgenti per la conservazione e la pulitura del sito.
I nostri paesini hanno un suggestivo fascino, avvalorato dalle nostre colture e dal nostro clima, i profumi che emanano gli aranceti in fiore, i colori dei fichi d’india, i pergolati che si inerpicano nei giardini o sulle case, i muragli di pietra nelle nostre campagne che evidenziano l’eterogeneità e la morfologia del territorio, elementi che inebriano soprattutto chi ci visita per la prima volta. Siamo noi a volte a sminuire questo fascino con la nostra superficialità, i nostri tabù, l’incuria, l’abusivismo edilizio. La nostra terra è come una bella donna che non si cura, che non fa il maquillage, che non va mai dal parrucchiere, dall’estetista, una bella donna che non fa toilette; sciatta, disattenta, che non segue i suoi figli, e quando finalmente decide di fare un lifting lo fa in modo sbagliato, (vedi il muro in cemento armato realizzato sulla strada, che collega la Sila verso il mare attraverso Cotronei e Roccabernarda: brutto, pericoloso, inutile; come sarebbe stato bello se fosse stato realizzato in pietra o con una bella siepe di mirto, o di fichi d’india. Forse sarebbe costato anche meno. Spesso associamo il buon gusto alla ricchezza, non è sempre così, forse è il contrario, l’arte di arrangiarsi spesso ha arricchito l’uomo, culturalmente e socialmente. Il nostro territorio è ricco di risorse e materie prime, ricco di risorse umane spesso sottovalutate e a volte represse. L’utilizzo delle nostre risorse naturali, ambientali e territoriali potrebbero produrre quello sviluppo che stenta a decollare, per le scelte sbagliate che si sono perpetrate nel tempo. Un’infinità di risorse finanziare finite spesso nelle mani sbagliate hanno recato forse più danni che benefici. L’impegno delle risorse finanziarie dovrebbe essenzialmente innescare meccanismi ad effetto domino non al contrario la staticità. Tutti noi ci dovremmo spostare verso un disegno unico semplice e non dispendioso, indirizzando tutto in un’unica direzione, per dare impulso ad una economia seria, e non di assistenzialismo, per vivere serenamente in una terra, dove tutti abbiano gli stessi diritti, e poter pensare positivo nonostante tutto. Buona lettura a tutti.

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