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…BENVENUTI IN ITALIA!!!
…eravamo un popolo felice.
A rivendicare l’origine del nome Italia, sono diverse zone della Calabria, di certo è che il nome Italia nasce nella penisola calabra, un tempo denominata Enotria ed il suo re si chiamava Italo, dove regnava e legiferava su un popolo antico e produttivo; diverse sono le fonti che lo attestano da Dionigi di Alicarnasso ad Antioco di Siracura, a Strabone nella sua ‘Geografia’ e altri. Noi non potevamo aprire questo speciale senza prima ne consultare le fonti autorevoli e ne fare una premessa fondamentale e, non essendo anglosassoni nel farci troppe domande, ci limitiamo a tre necessarie: dove, quando e come nasce il termine Italia?
Il nome Italia deriva dal vocabolo Italói, termine con il quale i Greci designavano i Vituli (o Vitelli), una popolazione che abitava nei pressi dell’odierna Catanzaro, i quali adoravano il simulacro di un vitello (vitulus, in latino) dove la prosperità e la serenità erano di casa. Fino all’inizio del V secolo avanti Cristo, con Italia si indicò solo la Calabria; in un secondo tempo il nome fu esteso a tutta la parte meridionale della Penisola. Nel secolo III, dopo le vittorie riportate dai Romani contro i Sanniti e contro Pirro, si estese fino al Magra e al Rubicone, (fiumi pre-padani). Nel 49 avanti Cristo, quando alla Gallia Cisalpina furono concessi i diritti di cittadinanza romana, anche le regioni settentrionali della Penisola presero il nome di Italia. Tali confini vennero ulteriormente dilatati con la riforma amministrativa di Augusto (27 dopo Cristo) che li portò a ovest al fiume Varo (presso Nizza) e a est al fiume Arsa, in Istria.
In questo numero vogliamo ricordare e sottolineare al resto d’Italia e a noi stessi Calabresi, che questa terra ha dato il nome alla Nazione; mettere in evidenza le peculiarità dei nostri luoghi come è nostra consuetudine; ricordare che è stata culla della civiltà occidentale col periodo della Magna Graecia, ed è stata saccheggiata, violentata, calpestata, e bistrattata, durante le numerose invasioni subite in primis; e nel nome dell’unificazione poi, con la spoliazione dei suoi apparati produttivi e finanziari verso il Nord della penisola, costringendo i suoi figli migliori ad un’emigrazione mai conosciuta prima. Durante le due guerre mondiali, i compromessi, fra Stato Centrale e Alleati, poteri locali e organizzazioni criminali hanno fatto si che la Calabria e l’intero Mezzogiorno venisse nuovamente sacrificato nel nome di una pace Europea e Mondiale.
Oggi ci ritroviamo in mezzo ad un’emergenza non solo sanitaria, ma anche infrastrutturale, che sta mettendo a dura prova una popolazione martoriata. É alla luce di tutti la sciagurata mal gestione della Cosa Pubblica con il fallimento dei rapporti fra Stato e Regioni e di un sistema non più consono ed adeguato alle esigenze di una popolazione che rivendica diritti ed uguaglianza e che pretende di ritornare ad essere un Popolo normale e felice.
Buona lettura Gianni De Simone – ideatore de il CalabrOne
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