“Rinascita Scott” al via, a Rebibbia, il processo. Fra gli indagati il parlamentare Portelli (F.I.). Gratteri “devo stare attento”.

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“È la pietra angolare nella conoscenza della ‘ndrangheta e di questa nuova frontiera del crimine di matrice calabrese che si serve dei colletti bianchi per gestire il potere. In questo processo c’è un’altissima percentuale di quella che convenzionalmente viene definita zona grigia, colletti bianchi. Ci sono molti professionisti, molti uomini dello Stato infedeli che hanno consentito anche a questa mafia di pastori, con la forza della violenza e con i soldi della droga, di essere oggi mani e piedi nella pubblica amministrazione e nella gestione della cosa pubblica”.


Sono queste le convinzioni di Nicola Gratteri, procuratore della repubblica catanzarese, relativamente al procedimento relativo all’ inchiesta “Rimasta Scott” il cui processo è iniziato stamane, 11 settembre, presso l’aula bunker del carcere romano di Rebibbia.
Gli imputati sono 452 mentre altri 4 hanno chiesto il giudizio immediato come il parlamentare di Forza Italia Giancarlo Gratteri, insieme a boss e gregari di tutte le cosche di ‘ndrangheta del vibonese ma anche imprenditori, uomini dello Stato, colletti bianchi, massoni. Un vero e proprio “sistema” ordito per controllare e gestire il territorio. Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, di ben 438 capi di imputazione.


L’inchiesta ha colpito tutte le cosche del Vibonese, a cominciare dai Mancuso di Limbadi e poi i La Rosa, di Tropea; la consorteria Fiarè-Razionale-Gasparro a capo della locale di San Gregorio d’Ippona; i Lo Bianco-Barba e i Camillo-Pardea di Vibo Valentia città; gli Accorinti di Zungri; i Piscopisani a capo della locale di Piscopio; i Bonavota di Sant’Onofrio; i Cracolici di Filogaso e Maierato; i Soriano di Filandari, Ionadi e San Costantino; i Pititto-Prostamo-Iannello della società di Mileto; i Patania della locale dominante a Stefanaconi. Nomi noti nel panorama criminale nazionale e internazionale, finiti più volte nelle varie operazioni antimafia che hanno colpito la ‘ndrangheta Vibonese che dalla Calabria estende le sue ramificazioni ùúfino alle regioni del nord Italia e nel resto d’Europa grazie soprattutto al traffico di droga.
Alla domanda di Lilli Gruber che lo intervistava il “Otto e Mezzo” se avesse paura il procuratore Gratteri preferisce non rispondere ammettendo, però, “sto più attento”.

Dopo più anni di vita sotto scorta, però, non trattiene l’emozione quando la giornalista di LA7 prova a paragonarlo a Falcone e Borsellino. “Saremmo irriverenti – ha risposto Gratteri – ad accostarci a Falcone e Borsellino che sono stati molto invidiati in vita e poi osannati dai gattopardi dopo i funerali, visto il sostegno che avevano avuto”.
Francesco Rizza

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