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Per questa volta, sulla Costa tirrenica calabrese e precisamente a Nicotera, la Mafia ha perso. Riaprirà la propria tabaccheria, domani 4 settembre, Carmine Zappia, imprenditore e testimone di giustizia che ha denunciato e fatto arrestare i suoi estorsori. Ad anticipare di un giorno la notizia, il cordinamento provinciale di “Libera” di Vibo Valentia.
“Una saracinesca che riapre, un uomo coraggioso che ritorna al suo lavoro, uno Stato credibile e forte. La ‘ndrangheta – si osserva nella nota stampa – ha perso. Perché sì, bisogna gridarlo a gran voce che a Nicotera la ‘ndrangheta ha perso, ha perso la legge del silenzio, della rassegnazione e della paura. Abbiamo gioito alla notizia della riapertura dell’attività, sicuramente un importante nuovo inizio per Zappia, ma che ha un valore immenso per tutto il territorio vibonese perché alimenta ancora di più la speranza del riscatto per un’intera comunità, chiamata a mostrare senza tentennamenti da che parte sta. La grande sfida verrà giocata all’indomani del 4 settembre, quando, dopo i clamori e le giuste attenzioni mediatiche, subentrerà la quotidianità dei cittadini e delle cittadine, che speriamo possano scegliere un consumo critico e responsabile per costruire una società la cui economia è eticamente orientata”.
“La verità – scrive l’associazione antimafia – è che la forza del riscatto di questa terra risiede proprio nelle piccole scelte del singolo, dallo scegliere gli esercizi commerciali degli imprenditori, che hanno tuonato contro la ‘ndrangheta difendendo la loro dignità e il diritto e la libertà di fare impresa, alla coscienziosa scelta dentro le urne. La storia di Carmine, gigante buono dal sorriso gentile, deve essere raccontata nelle case, nelle piazze, ai giovani, tra la gente affinché il suo vissuto acquisti forza educativa ed ispiri le azioni degli altri. Lontano dalla retorica dell’eroe, diffondendo, invece, il credo del civismo e della responsabilità, il nostro auspicio è che Carmine possa essere da monito per gli altri imprenditori e commercianti del nostro territorio affinché trovino la forza di affrancarsi dal giogo soffocante della criminalità organizzata”.
Anche le denunce di Zappia hanno consentito, nel marzo 2020 di squarciale il velo di intimidazione che, il clan Mancuso, aveva steso sulla cittadina tirrenica. Da ciàò che ha ricostruito la Dia, nell’ottobre del 2018, Alfonso Cicerone, alla presenza di Antonio Mancuso, avrebbe urlato con tono minaccioso nei confronti di Zappia invitandolo a consegnare “la somma dovuta” e di non far fare brutta figura allo zio Antonio Mancuso.
Oltre a Zappia ed ad altri commercianti, la ndrangata nicoterese chiedeva il “pizzo” pure agli ambulanti. Nello specifico, Francesco D’Ambrosio, Alfonso Cicerone e Rocco D’Amico, sono stati accusati di tentata estorsione per aver cercato l’1 giugno dello scorso anno di farsi consegnare dagli ambulanti senegalesi, che stazionavano in piazza Garibaldi a Nicotera, 50 euro ciascuno per l’occupazione dello spazio pubblico dinanzi al bar di Cicerone. Una pretesa non andata a buon fine.
La stessa ‘ndrina aveva dimostrato la propria attenzione anche su uno dei maggiori eventi musicali del territorio il “Taranta Festival”. Dalle ricostruzioni della Dia si apprende infatti che Alfonso Cicerone avrebbe preteso di imporre agli organizzatori della manifestazione musicale la distribuzione di panini nopn facendo riferimento a persone della frazione Comerconi. Intanto, domani la tabaccheria di Zappia riapre. La “montagna di merda” questa volta ha perduto. Francesco Rizza
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