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Mentre la presidente della Regione Calabria Jole Santelli propone la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina ed il presidente del Consiglio Giuseppe Conte rilancia con la proposta di un tunnel fra la Calabria e la Sicilia, l’arco Jonico calabrese rimane, in gran parte, abbandonato nel suo degrado immemorabile con la strada statale n° 106 poco più di una mulattiera per buona parte del proprio percorso calabrese. Interviene sulla “querelle” che tanto ricorda i Governi balneari della prima Repubblica nel tempo in cui la politica non riusciva a dare proposte se ne usciva con qualche colpo di scena il movimento per la costituzione della provincia della Magna Grecia con un comunicato diffuso sulla rete.
“Si ripropongono – osseva lo stesso Comitato – opere faranoiche come il Ponte sullo Stretto mentre l’area jonica continua a essere boicottata dai soliti antiquati poteri centralisti. Così perpetuando, i cittadini residenti nel territorio magnograeco, continuano ad essere trattati a pesci in faccia dall’intera partitocrazia regionale, nonostante il prelievo fiscale esercitato sulla comunità Jonica, in una ingiusta e sproporzionata relazione, non suffragato minimamente da uno straccio di rapporto costo – benefici”.
Nel frattempo, osserva il Comitato “i residenti nell’Arco jonico ricevono briciole di sensibilità con contentini da poveracci, rappresentati da rotonde sparse lungo la statale 106 ed il ricambio di qualche guardrail. Per la Sibari Crotone, ad oggi, non ci sono fondi, né per l’adeguamento all’alta velocità ferroviaria, tanto meno si lavora per un vero rilancio dello scalo aereo di Crotone. La politica centralista però , approfittando dei prossimi investimenti derivanti dai Recovery Fund, rilancia il Ponte sullo Stretto”.
Mentre, sempre sul versante jonico della Calabria, anche le Ferrovie hanno chiuso varie stazioni, come lo stesso Comitato ricorda la strada statale n° 106 ha almeno un primato: è “l’unica realizzata a macchia di leopardo, considerate le varianti in prossimità del capoluogo di Regione e nella Locride, ed estromettendo il tratto a più alta incidentalità, con flussi anche maggiori rispetto all’A2 e che rappresenterebbe la vera spina dorsale del sistema dei trasporti afferente la Città pitagorica e quella auso-bizantina: l’asse Sibari-Crotone. Una disparità di trattamento che si tocca con mano, che grida giustizia, e calpesta la dignità di un popolo. Stupisce la mancata indignazione di chi rappresenta questa fascia di territorio, allineata e coperta a quella partitocrazia che ritiene non prioritaria la vertenza “Jonio” la cui classe politica “ha a l’obbligo morale di interrogarsi circa le condizioni di sotto sviluppo in cui quest’area è tenuta e il perseverare di quest’atteggiamento ostativo e preclusivo di chi è pagato con i soldi di noi tutti”. Francesco Rizza
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