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Ponte sullo stretto di Messina: la regione Sicilia ha deciso di “internazionare” la discussione e, dopo l’intervento al Comitato europeo delle Regioni, il vicepresidente Gaetano Armao ha scritto al commissario europeo per l’Energia Kadri Simson e al presidente della Commissione Enve, il sindaco di Siviglia Juan Espadas Cejas.
Alla lettera, condivisa col presidente Nello Musumeci, Amato ha allegato uno studio sulle emissioni di sostanze nocive di navi e traffico gommato sullo Stretto di Messina, redatto dagli ingegneri Giovanni Mollica e Antonino Musca secondo cui “i dati emersi -dimostrano quanto le emissioni causate dal traghettamento sullo Stretto pregiudichino l’equilibrio ambientale di una delle aree di maggiore rilevanza del Mediterraneo e di come tali emissioni sarebbe fortemente ridotte se ci fosse il Ponte”.
Favorevole alla realizzazione dell’opera di cui da più decenni si parla Maurizio Bellistrari, Docente di Diritto del lavoro nell’Università di Messina, secondo cui “il Ponte di Messina non può essere visto riduttivamente come un’opera funzionale solo a velocizzare il traffico tra le due sponde dello Stretto, ma in primo luogo quale infrastruttura di rilevanza europea e transnazionale, infrastruttura fondamentale di quel Corridoio 1 per creare un asse che da Berlino arriva sino a Palermo. Si tratta di quel Corridoio che dovrebbe percorrere verticalmente l’Italia attraversando il Nord-Est, a partire dal Valico del Brennero, e proseguendo per le regioni tirreniche sino alla Sicilia, con dieci Regioni italiane interessate: Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia” .
Sul versante calabrese una due giorni di confronto è stata organizzatq, a Reggio Calabria, al Nuovo Museo del Bergamotto una due giorni di confronti sul Ponte sullo Stretto, su iniziativa della senatrice di Italia Viva nonché vicepresidente della commissione Lavori pubblici e comunicazioni Silvia Vono. L’obiettivo, si legge in un comunicato stampa, è quello di “condividere proposte concrete con il mondo imprenditoriale, accademico e le associazioni professionali e ordinistiche da presentare proprio al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti «in vista del giusto utilizzo anche delle risorse del Recovery Fund”.
A seguire la politica nazionale, si registra l’apertura sul progetto da parte del Governo Conte. Premier e Paola De Micheli ministra delle infrastrutture hanno messo sul tavolo del confronto la propria apertura sul Ponte inserendolo nel completameto dell’Alta velocità di rete-Avr (reintitolato #italiaveloce) con l’avvio del progetto della linea ferroviaria veloce Salerno-Reggio Calabria e l’accelerazione del progetto della Catania-Messina-Palermo, era ineludibile che si sciogliesse anche l’ultimo nodo restante sulla rete, quello del collegamento stabile, ferroviario e autostradale, fra Calabria e Sicilia sul Ponte dello Stretto.
Addirittura, Conte aveva messo sul tavolo del confronto una proposta alternativa alla costruzione del ponte: quello di una galleria fra Calabria e Sicilia. Tale proposta, però, non va giù alla presidente calabrese Jole Santelli. “Quella di Conte – ha dichiarato alla stampa – è l’antica retorica del Gattopardo che annuncia a parole che tutto deve cambiare perché poi tutto resti come prima. Evidentemente il presidente del Consiglio ha ispirato la sua esternazione estiva leggendo quel vecchio numero di Topolino del 1982 quando zio Paperone in una storia di copertina si cimentava in stravaganti soluzioni per costruire il Ponte in maniera immaginifica. Sono dieci anni che il contraente generale ha consegnato (come previsto dal contratto di appalto) il progetto definitivo dell’opera elaborato da società di ingegneria specializzate estere. Anche il progetto definitivo è stato approvato. Sono stati spesi soldi pubblici per un’opera indispensabile portata avanti dalla determinazione del governo Berlusconi”.
Contraria al ponte la Legambiente nazinoale col presidente Stefano Ciafani, ingegnere ambientale e presidente nazionale di Legambiente secondo cui “il governo Conte punta sul tunnel mentre i governi Berlusconi puntavano sul ponte ma” per quanto riguarda lo Stretto di Messina “nulla cambia: il problema è sempre uguale. Una volta che arrivi a Messina o a Reggio Calabria ti muovi nello stesso paese che c’era tra gli anni ’60 e ’70. Questo Paese, più che di parole, ha bisogno di grande concretezza. È un Paese che non vuole più essere preso per i fondelli”.
Francesco Rizza
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