Policastro rupestre: nuove scoperte di Alberto Fico. A breve sopralluogo dell’ Unical.

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Dal centro storico di Petilia Policastro e da alcune località oggi considerate periferiche, potrebbero arrivare notizie importanti nella ricostruzione della storia cittadina. Se ne dice convinto Albero Fico, docente nel locale liceo e storico che nel 2016 ha pubblicato il saggio “Policastro: dall’antichità ai nostri giorni” edito dalla “Book Sprint” nel 2016 che ancora oggi sta’ continuando le proprie ricerche in collaborazione con l’università di Cosenza e, particolarmente, con il dipartimento di medievalistica e Pietro Dalena fra i maggiori conoscitori del medievo dell’Italia meridionale e calabrese che per la sua pubblicazione ha preparato la prefazione.


“Sto continuando le mie ricerche – ci confida – e le sorprese che registro nelle ultime settimane mi stanno emozionando. Nel centro storico cittadino, infatti, sta’ venendo alla luce oltre ad un’area sacra testimoniante una presenza religiosa importante, ma pure una serie intricata di grotte databili all’età rupestre della prima Policastro. Le stesse grotte, nel coro degli anni sono diventate abitazioni private ed i loro proprietari hanno costruito alcuni muri. Le stesse grotte – aggiunge lo storico – sono fra di loro comunicanti e ed evidenziano un sostrato abitativo, tipico del periodo medievale”.


Già nella citata pubblicazione, Alberto Fico osservava come il colle di Petilia Policastro ha conosciuto l’insediamento umano stabile quando, come successe in tutta la Calabria dal VI – VII secolo in poi, gli abitanti delle zone pianeggianti circostanti hanno dovuto risalire verso le alture per difendersi, ma fondamentalmente, occorre tenere presente, perché le zone vicine ai corsi d’acqua incominciarono a diventare paludose e quindi malariche. Le attuali ricerche confermano la presenza nel territorio cittadino di una realtà rupestre che ancora oggi andrebbe investigata e riscritta collegante il quartiere bizantino della Rupa e l’insediamento delle grotte di località San Demetrio.


Lungo il crinale del fiume Cropa proprio nei pressi delle grotte di San Demetrio alcuni ritrovamenti archeologici affiorati nel 2002 nel corso di alcuni scavi che, in collaborazione con la Sovrintendenza ai Beni Archeologici su impulso dello stesso storico che allora dirigeva la “Accademia dei Tintori” sono ritornati alla luce, ma qualcosa potrebbe ancora affiorare.
“Ulteriori miei approfondimenti sono in corso – aggiunge Fico – e saranno resi pubblici non appena sarà possibile un sopralluogo dell’università di Cosenza e del docente Pietro Dalena cui toccherà di confermare le mie impressioni. Completato questo quadro generale, saranno necessarie anche nel centro storico cittadino nuove ricerche archeologiche che, oltre dalla Sovrintenza, potrebbero essere svolte dall’Unical, consentendo a Petilia Policastro di rimpossessarsi della propria ricchezza storica e culturale. Riteniamo che fra il quartiere della “Rupa” il percorso attraversante località “Canale” e località San Demetrio potrebbe essere portato alla luce un percorso risalente al tardo medioevo che ancora oggi conserva strutture ed edicole in alcune delle quali sono presenti i resti di immagini risalenti ad un periodo compreso fra lì’XI ed il XII secolo”.
Francesco Rizza

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