“Play! Scendi a giocare con noi” ed i cortili del Reggino, grazie all’ Unicef, si riempiono di bambini.

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E se fossero i bambini, insieme al volontariato che se ne prende cura, a salvare il mondo? Si chiama “Play! Scendi a giocare con noi” (#CortilinMovimento)  l’ultimo progetto messo in campo in Calabria,in 10 territorio diversi  provincia di Reggio Calabria, dall’Unicef, ottenendo l’apprezzamento della ministra per la famiglia  Elena Sonetti secondo cui si tratta di “un laboratorio pedagogico davvero innovativo. Iniziative come questa vanno incoraggiate e sostenute”.

“Il gioco come antidoto alla solitudine e volano della relazione educativa: questo è lo spirito del progetto – spiega Francesco Samengo, presidente Nazionale Unicef che aggiunge – per non rischiare diseguaglianze territoriali che possano tradursi in discriminazioni nell’accesso ai servizi, abbiamo coinvolto alcune delle periferie più fragili per deprivazione socio-ambientale”.

Con queste finalità, i  cortili dei condomini di Reggio, Pellaro, Arghilla’nord, della Ciambra (Gioia Tauro), di Locri  sono diventati  “cortili in movimento”  per oltre mille bambini, in dieci territori della Provincia di Reggio Calabria. Grazie alla collaborazione di volontari, associazioni del territorio ed alla rete creata con le istituzioni locali, questi luoghi abbandonati, inaccessibili e dediti al malaffare sono diventati “spazi di comunità e vita”.  

A collaborare all’iniziativa  il Centro Sportivo Italiano (Csi) di Reggio Calabria, il Comitato Regionale Calabria per l’Unicef, la rete di Alleanze educative territoriali, l’Ufficio Pastorale della Famiglia della Diocesi Locri-Gerace, parrocchie e oratori dell’intera Provincia.

Per il futuro, gli organizzatori del progetto ritengono che si debba “costruire azioni territoriali di prossimità, stimolare con il gioco e lo sport educativo la relazionalità e la sua funzione resiliente, riscoprendo la bellezza di ritrovarsi «sotto casa» insieme ai propri amici. Come molti hanno sottolineato, questa crisi è la più grande opportunità che abbiamo per ridisegnare e umanizzare la società”.

Il fine è quello di  “aumentare gli agi per diminuire i disagi” come raccomanda un motto in voga nel terzo settore. In una terra bella ma difficile come la Calabria non sempre a misura dei bambini e dei giovani dove, per i sempre più frequenti tagli ai finanziamenti nazionali, sono sempre più poche le iniziative di questo genere da parte delle Istituzioni e del sempre più complesso mondo della scuola. E, dunque, tocca al terzo settore affiancato spesso dalla Chiesa  rimboccarsi le maniche ed operare al fianco delle nuove generazioni.

Francesco Rizza

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