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Grazie al fascino delle sue riserve naturalistiche ed alla passione di chi si impegna a valorizzarle, per qualcosa la Calabria riesce ad essere prima. La nostra Regione, infatti, ai è aggiunta l’Oscar italiano del cicloturismo grazie alla sua Ciclovia dei Parchi, la green road che attraversa l’intera dorsale appenninica regionale di ben 545 chilometri.
Un premio che la Calabria ha ottenuto ex aequo con la provincia autonoma di Trento. Al secondo posto, invece, si è classificata l’Emilia Romagna ed al terzo posto si sono classificate le Marche. Menzione speciale, invece, per la Basilicata.
«Si tratta – per il presidente del Parco Nazionale della Sila Francesco Curcio – di un riconoscimento importantissimo e che ci rende orgogliosi. Non bisogna infatti dimenticare che la Ciclovia dei Parchi della Calabria, interamente finanziata dalla Regione e che ha visto l’impegno e il lavoro costanti dell’assessore all’ambiente Sergio De Caprio e del dirigente Giovanni Aramini, inizia a Laino Borgo, in provincia di Cosenza, e termina a Reggio Calabria, attraversando quattro parchi, tra cui, naturalmente, quello della Sila”.
“Pertanto mi auguro – prosegue Curcio – che quest’itinerario, oggi pure premiato e di cui viene riconosciuta l’importanza a livello nazionale e non solo, possa essere percorso da sempre più visitatori, pronti a conoscere i nostri magici luoghi e a vivere quell’esperienza di turismo sostenibile e lento, fatto di natura incontaminata e tradizioni semplici, che noi dell’Ente Parco stiamo cercando di promuovere e implementare”.
Entusiasmo condiviso dal direttore del Parco della Sila Domenico Cerminara secondo cui “ottenere, da parte della Ciclovia dei Parchi, un riconoscimento di questo tipo equivale a sottolineare che in questi anni si è lavorato bene, in sinergia e piena collaborazione. Sila, Aspromonte, Pollino e Serre sono unite da un sentiero che è simbolo di unità, ma pure di arricchimento reciproco. Il premio è uno stimolo a fare sempre meglio, intercettando i bisogni delle comunità che vivono questi territori e nondimeno quelli dei turisti”.
Francesco Rizza
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