Milano: vandalizzata la “panchina rossa” di Lea Garofalo. Sarà presto sistemata.

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 “Vigliacchi.  Questa volta ci rivolgiamo a questi balordi che hanno bruciato la panchina rossa a lei dedicata. Siete dei vigliacchi, peggio di quei mafiosi che hanno ridotto il corpo della fimmina calabrese in piccoli frammenti ossei. Non ha avuto paura a sfidare la schifosa ‘ndrangheta. E’ stata ammazzata, bruciata in un bidone in provincia di Monza (San Fruttuoso, 24 novembre 2009), perché ha rotto il maledetto codice secolare della criminalità calabrese. Stiamo parlando di Lea Garofalo, la testimone di giustizia che ha salvato sua figlia Denise. Abbiamo già raccontato la sua storia e quella di sua sorella Marisa, oggi candidata in Calabria con Luigi De Magistris alle regionali. Questa volta ci rivolgiamo a questi balordiche hanno bruciato la panchina rossa a lei dedicata. Siete dei vigliacchi, peggio di queimafiosi che hanno ridotto il corpo della fimmina calabrese in piccoli frammenti ossei”. 

E’andato  giù duro lo scrittore e giornalista  Paolo De Chiara che a Lea Garofalo ha dedicato il libro inchiesta “Il Coraggio di dire no” commentando il vile atto realizzato negli scorsi giorni a Milano. In vero, come da più parti si fa’ osservare che nella civile Milano si registrano attentati contro la memoria della collaboratrice di giustizia di Petilia Policastro come questa volta che è stata incendiata la panchina rossa  colore simbolo della violenza sulle donne – era stata inaugurata in piazza Prealpi, proprio in un appartamento in questa piazza avvenne l’omicidio, prima che il corpo fosse portato nelle campagne e bruciato. Ma la reazione della gente per bene è arrivata quasi subito: “La rimetteremo a posto” promette  Silvia Roggiani, segretaria metropolitana del Pd milanese che definisce il fatto come “una vergogna senza fine, quella di chi vorrebbe annientare il ricordo di una donna coraggiosa che osò sfidare la ‘ndrangheta, e per questo venne uccisa. Ma non ci riusciranno: nessuno potrà mai scalfire la memoria di Lea Garofalo, un esempio e un modello a cui la nostra città e le giovani generazioni guardano”.                                                                                        

  “A questi atti vili –  risponderemo sempre a testa alta e alla luce del sole: metteremo una nuova targa, come abbiamo già fatto e terremo vivo il ricordo di Lea, donna coraggiosa ed esempio per tutti e tutte noi” – aggiunge la candidata presidente dell’ ottavo Municipio Milanese Giulia Pelucchi che, insieme ad “Anpi “e “Libera”, il 3 ottobre sarà in piazza Prealpi per sostituire la targa vandalizzata con una definitiva in pietra.                                                                                                          

Meno forte, almeno sino ad oggi, la reazione all’incendio della panchina che si registra a Petilia Policastro. Nella Cittadina dell’alto Marchesato crotonese, infatti, si continua a parlare poco di Lea Garofalo, della sua testimonianza di legalità, del suo omicidio. Nonostante  gli uccisori di Lea sia stati condannati all’ergastolo  che stanno subendo è come se una pesante cappa di gomma copra la memoria di Lea  e tutto ciò che è collegato alla sua storia. 

Era il 3 maggio 2014 quando, per la prima volta Petilia si era confrontata con la storia di Lea Garofalo cui è stata dedicata la prima edizione della giornata del “Coraggio Femminile” iniziativa fortemente voluta dalla prima Amministrazione comunale del sindaco Amedeo Nicolazzi e svolta per più edizioni sino all’avvento di quel covid che ha privato la cittadina dell’alto Marchesato crotonese di numerosi appuntamenti culturali, civili e religiosi. Era l’8 marzo 2016, addirittura, quando a  Petilia ci si accorse che il monumento dedicato a Lea ed inaugurato nella stessa “giornata del Coraggio Femminile”, alla presenza fra gli altri di don Luigi Ciotti, era stato anch’esso sfregiato.                                                              

Evidentemente, il discrimine fra mafia e mafiosità non è ancora ben evidenziato nella cittadina dell’alto Marchesato crotonese dove l’Amministrazione  comunale che uscirà dalle imminenti elezioni Comunali dovrà, a nostro parere, impegnarsi al fianco delle Scuole e delle altre agenzie educative per formare le nuove generazioni non solo per rafforzare quello spirito critico contro l’antistato, ma anche contro i frequenti atti vandalici che si registrato frequentemente a cura di una percentuale della popolazione adolescenziale e giovanile che sembra vivere fuori controllo e fuori regole nel Centro come nelle Frazioni.

Francesco Rizza

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