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Nativo dell’amata Mesoraca ma in Lombardia per motivi di lavoro, Stefano Cropanese è un musicista e storico innamorato del proprio territorio. A lui sono collegate alcune lotte per la promozione del Ritiro mesorachese, capolavoro del “Barocco” calabrese se non italiano e per la valorizzazione del suo fondatore don Matteo La Manna che suo dire, a anche a detta di altri studiosi, meriterebbe quanto meno un processo di canonizzazione.
Un altro santo di cui, da lustri, Cropanese si è preso cura è san Zosimo. Commemorato nel martirologio romano il 26 dicembre, è stato il 41º vescovo di Roma salito sul soglio petrinoil 18 marzo 417. Il suo Papato fu fra più noti del tempo poichè prese una posizione decisa nella disputa che si protraeva in Gallia sulla giurisdizione della sede di Arles su quella di Vienne, prendendo una energica decisione in favore della prima, ma senza riuscire ad appianare la controversia. Il suo temperamento irritabile caratterizzò tutte le controversie a cui prese parte, in Gallia, Africa e Italia, compresa Roma, dove alla sua morte il clero era molto diviso.
Nei confronti di questo suo figlio santo Mesoraca, l’antica Reatio, sino ad oggi non si è comportata granché bene. A san Zosimo, seppellito nelle catacombe romane, non solo non è stata dedicata nessuna Chiesa e cappella nella stessa Cittadina della Presila crotonese, ma nessuno ha fatto in modo che lo stesso Santo venisse affiancato a San Nicola come “patrono”. Evidentemente arriva anche in questo lembo di Crotonese quel “cupio dissolvi” che, purtroppo, la Calabria ha nei confronti delle sue persone e storie più importanti.
Da parte sua, da decenni Stefano Cropanese per ricordarne la figura organizza il “Premio San Zosimo” premiando eminenti figure della Chiesa contemporanea, ma spesso in solitaria. Prova ne è che al momento di trasferirisi in Lombardia, Cropanese ha ben pensato di portarsi dietro lo stesso premio.
Stefano Cropanese non è solo musicista e promotore culturale,ma anche compositore. Fra le sue emozionati opere musicale dedicate alla liturgia cattolica, quella che a detta di molti riveste particolare importanza sotto il profilo storico-musicale è il brano “Spes unica mundi”. Ecco i versi: “O pia Mater ave, totum veneranda per orbem omni labe carens, o pia Mater ave. Salve lux mundi, Genitrix sanctissima salve. O benedicta Dei, sanctaque Mater ave. O vita, o salus, o requies spes unica mundi, o regina Poli, claraque stella maris. O felix sponsa summo copulata Tonanti, o supra angelicos glorificata choros. O Dea Coelicolis semper memoranda camoenis, o sexsus merito gloria foeminei. Salve iterum atque iterum repetens, sanctissima salve, extremique memor finis adesto mei”.
Questa preghiera, sulla quale ha lavorato Stefano Cropanese, venne composta da Francesco Sferolo da Camerino, Vescovo di San Leone Magno dal 1525 al 1526. Il Vescovado di San Leone, sito nel comune di Scandale, con un decreto concistoriale, sotto il pontificato di Pio V, venne aggregato a quello di Santa Severina. Tale decreto fu preparato il 7 novembre 1571 dal Cardinale Marcantonio Maffei, Prodatario e Prefetto della Segnatura Papale. La presa di possesso avvenne per mezzo dell’Arcivescovo di Santa Severina Giulio Antonio Cardinale Santoro. Come abbiamo già scritto nelle pagine de “Il CalabrOne” mons. Santoro conosciuto come il “Cardiale Santaseverina” è fra i più celebri vescovi ad aver amministrato una diocesi calabrese. Dopo essere stato proposto a Sommo Pontefice per tre Conclavi consecutivi, morì in Roma il 28 maggio 1602.
Francesco Rizza
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