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Autorizzare subito in area infetta da Xylella fastidiosa gli impianti di mandorlo e ciliegio dolce, per garantire la necessaria diversificazione colturale e non condannare il Salento a una monocoltura, a rischio di azzeramento da eventuali virus: è questa la richiesta della “col diretti” pugliese che ha sollecitato una decisione immediata in questo senso “alla luce delle evidenze scientifiche documentate dal Cnr di Bari alla Regione Puglia”.
“Le indagini diagnostiche – spiega Coldiretti in un comunicato stampa – sulle piante delle varietà di ciliegio dolce e soprattutto di mandorlo selezionate, a seguito dell’esposizione sia all’inoculo artificiale sia ad adulti di sputacchina con elevata incidenza di infezioni di Xylella fastidiosa, hanno dimostrato (sulla scorta dello studio scientifico dell’Ipsp del Cnr di Bari) che la presenza del batterio risulta in media inferiore all’11% su mandorli e ciliegi. Questo dato confrontato con quanto ottenuto nelle tesi con piante di olivo, con la media di piante infette al 74,43%, indica una percentuale significativamente più bassa di infezione di mandorlo e ciliegio”.
“E’ indispensabile liberalizzare i reimpianti con l’adeguata diversificazione colturale per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico – afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia -. L’Osservatorio Fitosanitario regionale ha la facoltà di derogare al divieto di impianto delle piante ospiti della Xylella Fastidiosa nell’area dichiarata infetta. La ricerca ha dimostrato che il ciliegio e soprattutto il mandorlo, per cui il territorio salentino è vocato, hanno caratteri di resistenza non dissimili da quelle delle varietà di olivo resistenti”.
Francesco Rizza
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