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Ancora una volta, pure nel Recovery Plan lo Jonio calabrese rimane a guardare e resta al palo dei finanziamenti pubblici destinati ad altri territori più fortunati o meglio rappresentati nelle stanze dei bottoni. Lo denuncia con un comunicato stampa il Comitato per la provincia della Magna Grecia, uno dei pochi soggetti rimasti a fare politica a difesa di un ampio territorio, evidenziando come l’alta Velocità Ferroviaria, viene camuffata con una “Massima Velocizzazione” dell’attuale linea ferroviaria tirrenica SA-RC, dove saranno sprecati notevoli investimenti per un pessimo usufrutto.
Da ciò che si apprende la trasversale BRINDISI-TARANTO-METAPONTO-SIBARI-PAOLA, fedele a logiche centraliste che hanno da sempre affossato tutte le comunità a sud di Sibari, quindi il sistema Corigliano Rossano — Crotone, lascia spazio ad una nuova diagonale che neppure sfiora il territorio calabrese, virando, già a Metaponto, verso Potenza e Battipaglia.
Il tutto con buona pace dell’asse Sibari-Crotone e con il definitivo accantonamento di ogni velleità in variante anche oltre la città di Crotone e verso Catanzaro. Il disegno centralista, quello che da sempre allontana la comunità Sibarita da quella Crotonese, assume caratteristiche sempre più grottesche.
Nel piano si parla di resilienza, ma evidentemente al termine si da’ un significato particolare, poiché che lo stesso mortifica un ambito territoriale della Calabria, quello dell’Arco Jonico, che rappresenta circa un quarto del totale degli abitanti della Regione, vessato dall’inedia politica degli ultimi 50 anni e continuato a trattare a pesci in faccia.
La cosa ancor più offensiva è che si mensioni la linea ferroviaria Sibari – Catanzaro Lido, parlando di upgrading della stessa, glissando sul fatto che gli investimenti di velocizzazione sono stati già stanziati ed in corso di realizzazione, quindi totalmente avulsi dal piano di Recovery. E ci meraviglia che la corposa rappresentanza Parlamentare calabrese, di maggioranza ed opposizione, non abbia battuto ciglio innanzi a questa sciagurata iattura, sia per la Calabria, ma sopratutto per l’area Jonica che puntualmente viene abbandonata, dimenticata e finanche disconosciuta nei processi d’investimento infrastrutturale.
Così come avvenuto a metà anni ’90 con la legge obiettivo sull’autostrada, si promuove il restiling di una linea già a doppio binario, quella tirrenica, piuttosto che valutare una nuova linea ad Alta Velocità fruibile a tutta la popolazione calabrese e baricentrica agli interessi delle due coste, nonché all’area valliva. Ebbene, oggi come allora, si investiranno risorse su opere già esistenti, con aggravio di spese e pessimo rapporto costi-benefici, piuttosto che studiare opere infrastrutturali di visuale europea e che si pongano l’obiettivo di togliere i territori dall’isolamento.
Persevera, come evidenzia il Comitato, la deviata visuale che ha voluto negli anni uccidere l’area Jonica, predisponendo investimenti in flussi ferro-stradali ad ovest nonché bacini portuali ed aeroporti sullo stesso versante, condannando quindi all’inutilizzo le poche infrastrutture presenti sull’area Jonica: Aeroporto di Crotone e porti di Corigliano Rossano e Crotone, causa la mancata predisposizione di efficiente interconnessione fra gli stessi.
“Ci chiediamo, a questo punto – conclude la nota stampa – quale sia il senso di sbandierare proclami sulle aree Zes previste nei retroporti di Crotone e Corigliano Rossano, se poi gli stessi risulteranno non appetibili alle imprese che su di essi dovrebbero concentrare investimenti per impossibilità strutturali di raggiungimento delle aree destinatarie di sgravio fiscale”.
“È il caso – questo l’auspicio del comitato – che la politica nostrana si interroghi, che i Sindaci Jonici battano un colpo, che il sindacato faccia pressioni, che l’associazionismo scenda in piazza! Non può più essere tollerata una visuale strabica, prona ai centralismi degli standardizzazi obiettivi in auge ai capoluoghi storici e fedele ai desiderata romani dei rispettivi partiti”.
Francesco Rizza
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