“Lectura Dantis” a Palmi. Intenso il rapporto fra la Calabria ed il “Ghibellin Fuggiasco”.

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Affascinanti eventi per avvicinare Dante Alighieri alla Calabria. Affascinanti versi danteschi sono stati al centro di uno spettacolo culturale, “Lectura Dantis” svoltosi nelle scorse sere a Palmi nel complesso monumentale del mausoleo “Francesco Cilea”.

Ne da’ notizia l’Ansa calabrese evidenziando come quella palese sia stata una “ location perfetta per la compagnia “La Coppa Vitrea” di Varapodio che ha allestito, a pochi mesi dalle celebrazioni per i 700 anni dalla morte del Sommo poeta, un evento di recitazione, canto e danza mirato alla promozione turistico culturale nell’area metropolitana reggina”.

A cura della città metropolitana di Reggio Calabria ed all’interno del “Dantedì” che proprio quest’anno è stato istituito dal Governo per celere il Vate per antonomasia della letteratura italiana un altro appuntamento col “Gobelin Fuggiasco” è stato previsto a Monasterace.


 “Grandi consensi – evidenzia l’agenzia di stampa – per tutti i protagonisti della pièce teatrale che si è sviluppata in uno spettacolo senza interruzioni, preceduto solo dalla presentazione di Mara Ferraro, presidente della Pro loco la Coppa Vitrea e interprete delle due esegesi.
 Un alternarsi di artisti che ha visto subito protagoniste le allieve della scuola di danza Olimpiadmaiora di Antonella Pace, che si sono esibite in assolo, passo a due e balli di gruppo portando sul palco naturale del mausoleo le coreografie di Roberta Ficarra e Fabiana Pace che hanno incarnato al meglio lo spirito dell’inferno dantesco, delle moltitudini di anime in pena che subiscono il tormento e la damnatio eterna e quella del girone dei lussuriosi in cui vi sono le anime di “color che sono dannati”.

A ben vedere, il rapporto fra Dante Alighieri e la Calabria è più intenso di quello che potrebbe sembrare. Oltre agli influssi   nel pensiero teologico dantesco del Poeta fiorentino di Gioacchino da Fiore, “lo calavrese di spirito profetico dotato” così descritto rive nella cantica del “Paradiso”  nel 2012 è stato edito dalla casa editrice Pellegrini di Cosenza un romanzo storico di Coriolano Martirano, “Il Luogo delle Anime”, nel quale veniva descritto un viaggio di Dante nella Sila   ed a Carenza (Kr).

A sentire Martirano,  il “Padre della lingua italiana” avrebbe trascorso proprio nella cittadina calabrese parte del proprio esilio, presso uno dei tanti monasteri cistercensi andati distrutti nel corso dei secoli presso il quale si erano rifugiati alcuni Templari per sfuggire al Papa ed al Re di Francia che proprio non gradivano le loro posizioni.

 La storia certa  racconta  di una presenza del Vate fiorentino a Napoli presso la Corte angioina da dove, questa la fabula narrata da Martirano, avrebbe raggiunto Cosenza e Cerenzia affiancando l’ allora vescovo di Siena che proprio a Cerenzia avrebbe accettato il priorato del citato monastero cistercense allora famoso per la sua biblioteca che, come racconta Coriolano Martirano, nascondeva parte dell’ archivio del Tempio di Gerusalemme portato in Italia dall’ imperatore romano Tiberio.

Evidentemente una leggenda da investire per quella promozione territoriale in cui la Calabria, sino ad oggi, non ha investito abbastanza per attirare ed affabulare turisti e visitatori da attrarre non solo con decine di sagre delle patate o della sardella, ma con percorsi culturali alla riscoperta di pagine belle della nostra storia regionale.

Francesco Rizza

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