Laghi silani: Da volano economico a strumento di sfruttamento della Sila. La “A2A” continua a tenere a secco l’agricoltura.

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Siccità  nel Crotonese e del Catanzarese, alle  pendici della Sila, nonostante dai primi del Novecento l’Altopiano silano è arricchito da tre bacini artificiali: i laghi Ampollino, Arvo e Cicita. Quello che potrebbe essere semplicemente un ossimoro è, purtroppo, la realtà nella Presila crotonese e catanzarese.

 “Abbiamo seguito con interesse  a legittima denuncia del sindaco di Cotronei Nicola Belcastro sullo stato volumetrico del lago Ampollino, con le relative conseguenze sull’ambiente e sul paesaggio e le inevitabili ricadute sull’immagine e sull’economia turistica; eravamo incuriositi, oltreché interessati, delle possibili risposte e reazioni sia da parte della multiutility A2A che della Regione Calabria che, non va dimenticato, è il “dominus” dell’infrastruttura e della relativa risorsa idrica.”  E’ questo il commento di Roberto Torchia, presidente del Consorzio di bonifica “Jonio Crotonese” intervenuto anche lui relativamente ad una problematica che va avanti da più lustri.

“Allo stato – chiarisce Torchia – la Concessione alla base del rapporto fra A2A e Regione Calabria rinnovata nel 1999, ha scadenza nel 2029; mentre le convenzioni che regolano i rapporti tra la Concessionaria A2A e i Consorzi sono addirittura del 1969. La Convenzione fu stipulata dalla Cassa del Mezzogiorno (non esistevano ancora le regioni) ed Enel a cui, con la privatizzazione, si sono succedute nel tempo varie società, ultima appunto A2A”. 

“Quello che come Consorzio abbiamo chiesto nelle molteplici riunioni – ribadisce il Presidente Torchia – è il rispetto del principio giuridico generale che, fra i diversi usi della risorsa acqua, stabilisce la priorità per l’uso idropotabile con a seguire quello in agricoltura e, solo infine, l’uso industriale. In Calabria questo non avviene. Se l’anno 2020 dovesse essere siccitoso – aggiunge Torchia –  la nostra agricoltura, pur avendo le infrastrutture, entrerà inesorabilmente in grave sofferenza proprio per la mancanza di accumulo della risorsa. Alcune scelte strategiche, dunque, non sono più rinviabili! E a farle – precisa Torchia – deve essere la Regione Calabria”.

La problematica non si registra, purtroppo, solo nel Crotonese. Era lo scorso luglio quando, sullo stesso tema, era intervenuto Fabio Borrello, presidente del   Consorzio “Jonio Catanzarese”, indirizzando una lettera  inviata alla società A2A, all’assessore regionale Gallo e al direttore generale dell’Agricoltura, Giovinazzo. “I rilasci di acqua a valle della centrale di Magisano da parte di A2A –  spiegava Borrello  – non costituiscono un “favore” della società, ma sono disciplinati dalla convenzione sottoscritta nel 1968 e tuttora in vigore (seppure a distanza di 52 anni), tra gli allora Cassa per il Mezzogiorno e l’Ente Nazionale per l’energia elettrica”.

Secondo il , presidente del   Consorzio “Ionio Catanzarese” la convenzione  “stabilisce che la Società che gestisce gli impianti idroelettrici deve, nel periodo da giugno a settembre di ciascun anno, rilasciare, sul fiume Simeri, sulla base dei diagrammi dei fabbisogni riportati nei progetti stessi a valle della centrale di Magisano 24,6 milioni di mc di acqua e, nel suddetto periodo, laddove la disponibilità dell’invaso risulti inferiore a quello vincolato iniziale, la Società è obbligata a sospendere l’esercizio degli impianti idroelettrici. Sebbene il Consorzio – continua Borrello – abbia ottenuto un anticipo di 990mila mc dei rilasci concessi, nello scorso mese di maggio, al momento, gli scarichi a valle della centrale di Magisano sono assolutamente insufficienti a garantire l’erogazione del servizio irriguo”.

Quella dei Laghi artificiali sorti negli anni ’20 del Novecento fu una delle pagine più gloriose della storia silana. Anni di intesi lavori, in cui vennero impegnate centinaia di operai, realizzarono nell’ Altopiano i laghi Ampollino, Arvo e Cecita  collegati fra di loro e con la centrale idroelettrica di Calusia nel territorio di Cotronei.

Il mandato di realizzare un complesso sistema elettro irriguo neridionale fu dato dal Governo nel 1916 alla “Società meridionale elettricità”. La stessa società  avviò immediatamente i lavori per la costruzione del lago Ampollino che terminarono nel 1927.  Fu poi la volta del lago Arvo, realizzato tra il 1927 e il 1932, collegato al  lago Ampollino mediante una condotta in galleria ed infine, nel 1951, quella del lago di Cecita, il più grande serbatoio idrico della regione (121 milioni di metri cubi) ottenuto con lo sbarramento del fiume Mucone. La centrale cotronellara di Timpagnande  fu inaugurata nel 1927 dal re Vittorio Emanuele III, ospite, per l’occasione, di don Giulio Verga, un possidente di Cotronei.

Fu proprio l’energia elettrica prodotta nella Sila a produrre una svolta industriale e, quindi, economica nell’intero Crotonese. grazie all’energia elettrica prodotta “in loco” nacque nel territtorio di Petilia Policastro la Società Forestale del Mezzogiorno che terminò le proprie attività anche per motivazioni “partitiche” nel secondo dopo guerra.  

L’attività industriale a Cotronei, denominata negli scorsi anni “Città dell’idroelettrico”  per l’intenso contributo dato all’economia locale durò morto più a lungo; fino a quando l’Enel che le aveva gestite sino  allora decise di privatizzare le Centrali silane; adesso nelle mani della società spagnola “A2A” che, anche per un prolungato silenzio della regione Calabria continua a sentirsi padrona dell’acqua silana, della sua distribuzione, dei guadagni ad essa collegata.  Evidentemente, è arrivato il momento di un’inversione di marcia. La Sila non può consentire a rimanere al secco mentre altri guadagnano sulle sue acque. All’ impegno dovrebbero sentirsi chiamate tutte le Istituzioni e le  Popolazioni interessate. Se non ora, quando?

Francesco Rizza

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