itinerari calabresi: Belvedere Marittimo capitale degli innamorati.

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su whatsapp

Una tappa che gli innamorati non possono perdersi visitando la “Riviera dei Cedri” è, senza dubbio, quella a Belvedere Marittimo. Da circa 700 anni, il convento dei Francescani Cappuccini ospita, , all’interno di un ‘altare della prima cappella parte delle reliquie di San Valentino,  il Patrono degli Innamorati. A Belvedere, le stesse Reliquie arrivarono o il 24 maggio 17 date in dono, del Papa, dal cardinale Gaspare del Carpine, Vescovo di Sabina, a Valentino Cinelli, contenute in un’urna. Il 27 maggio 1710  Francesco Cipollina consegnò al Superiore dei Cappuccini, padre Samuele del convento dei Padri Cappuccini di Belvedere un’ampolla con sangue e frammenti di ossa di San Valentino. Il reliquiario è stato poi rinvenuto nel Convento nel 1969 da Padre Terenzio Mancina in seguito alla rimozione delle tele di San Francesco e San Daniele che si trovavano nella pala centrale. L’autenticità delle reliquie è confermata dalla lettera inviata dagli uffici papali dal cardinale Gaspare del Carpine datata 26 maggio 1700 inviata  a Valentino Cinelli.

Fra i monumenti che fanno di Belvedere una “città d’Arte”, uno dei più importanti è il Castello aragonese sorto su una precedente roccaforte e rappresenta un tipico esempio di architettura militare  calabreseLe invasioni saracene causarono l’abbandono della fascia costiera e le popolazioni si insediarono su un costone roccioso già fortificato dai  Normanni  a partire dall’Xl secolo. Come si apprende da portale del Comune, i sistema difensivo fu ampliato dagli Svevi e l’antica roccaforte normanna iniziò ad assumere caratteristiche di maniero con un primo restauro nel 1287 da parte di Ruggero di Sangineto, fedele agli Angioini. Per accedere alla zona abitata l’entrata era costituita dall’apertura detta “Porta di Mare” che permetteva l’uscita per accedere verso la marina, costituendo cosi’ l’avamposto per l’avvistamento dei pericoli provenienti dal mare. Ai nostri giorni ancora  esistono vari resti di mura e di colonne in pietra che sostenevano i locali del corpo di guardia, nonché la buca scavata nella roccia che serviva per la bollitura dell’olio in caso di difesa. L’altra apertura era la “Porta degli Orti” che costituiva l’ingresso per chi era dedito alle attività’ rurali, dando accesso alle campagne ed alle proprietà’ feudali. Nel momento in cui era molto sviluppata la vita economica, grazie al commercio verso Napoli, andava concludendosi la signoria dei Sangineto, fedeli agli Angioini.                                                                                                  A Filippo di Sangineto subentrò Filippo II;  successivamente Francesco Sangineto e poi Giovanni Sangineto fino al 1380. Il centro storico di Belvedere Marittimo è arricchito da un buon numero di monumenti che consentono, al visitatore attento, anche di capire come un tempo viveva la sua popolazione.  I primi  nuclei abitativi sorsero inizialmente intorno alle chiese di San Nicola Magno, demolita a metà del Novecento, San Giacomo il Maggiore, chiamata anche  Chiesa del Rosario , la “Chisiella”, di cui resta un rudere e Santa Maria al Seggio, oggi Santa Maria del Popolo.

Il patrono di Belvedere è Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e dei macellai, dei salumieri e dei droghieri. Nella sua festa che si svolge il 17 gennaio quando i fedeli visitano la  Chiesa di Sant’Antonio Abate, luogo ideale di raccoglimento e di preghiera che presenta un’architettura orientale e fu sede della “Badia di Sant’Antonio Abate”, con i monaci orientali presenti fra il sesto e l’ottavo secolo dopo Cristo. Nei pressi della Badia so svolge il giorno della festa   una ricca e tradizionale Fiera nel giorno dedicato al Santo. Sempre durante la giornata della festa di Sant’Antonio Abate si svolge  il rito dell’“infioccata”: gli animali domestici venivano portati davanti la Chiesa dove venivano adornati con fiocchi e medaglie, per essere poi benedetti in segno di buon auspicio e prosperità per le famiglie dei proprietari.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp