Inchiesta “Eleo”: la maggioranza comunale si compatta intorno al sindaco Nicolazzi.

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Colpo di scena nella “Casa della Cultura” di Petilia Policastro. La minoranza di “Più Petilia” chiede un Consiglio comunale straordinario sulle indagini “Eleo” chiedendo le dimissioni del sindaco Amedeo Nicolazzi, ma a dimettersi dall’ incarico di consigliere di minoranza è stato Vincenzo Calaminici candidato a sindaco dalla stessa lista di minoranza. “Sono stanco – ha ammesso Calaminici – di un modo becero di fare politica e non mi ritrovo più nei panni di Consigliere comunale.


La civica Assise, diretta dal presidente Francesco Schipani affiancato dalla vice segretaria comunale Marinella Nicotera, è iniziata con l’intervento del consigliere di minoranza Carmelo Garofalo che, oltre a rendicontare su un articolo de “Il Quotidiano del Sud” relativo allo stralcio di alcune intercettazioni delle indagini in corso in cui veniva citato il sindaco Nicolazzi, ha lamentato il fatto che fra i concorrenti ai concorsi comunali in via di espletamento compaiono anche alcuni consiglieri di maggioranza e componenti dello staff del sindaco. Le richieste di dimissioni, invece, sono arrivate da Simone Saporito altro consigliere di minoranza. Lo stesso Saporito, paventando l’arrivo dello scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni.


Immediata la solidarietà al primo Cittadino da Paola Carvelli, capogruppo di maggioranza ad Amedeo Nicolazzi “per una campagna stampa totalmente infondata relativa all’indagine “Eleo” dove, pur non essendo indagato, è oggetto di una visione distorta da parte di certa stampa, o meglio dal racconto fantasioso di un solo cronista. Forse – ha aggiunto Paola Carvelli – per trovare qualche risposta bisognerebbe chiedersi come ha avuto accesso ad atti secretati dal segreto istruttorio il predetto giornalista, essendo gli stessi solo conoscibili ai difensori e, come più volte evidenziato dalla giurisprudenza, non conoscibili nemmeno dopo il riesame”.


Ricordando le iniziative in collaborazione con “Libera” con don Ciotti presente alla prima giornata del coraggio femminile dedicata a Lea Garofalo, In un altro passaggio del proprio intervento, la Capogruppo di maggioranza ha sottolineato come “esprimo la nostra soddisfazione per queste indagini della DDa e confidiamo con fiducia sull’operato della magistratura. Riteniamo portare a conoscenza il consiglio comunale tutto che nessuno dei consiglieri dell’attuale maggioranza risulta raggiunto da avviso di garanzia”.


Accorato come non mai il sindaco Nicolazzi che, oltre a comunicare la querela al giornalista de “Il Quotidiano del Sud” ha ricordato numerosi passaggi della propria sindacatura evidenziando come, a suo parere, l’attacco dello stesso giornale è collegabile alla sua candidatura alle prossime regionali. “Per rispetto nei confronti della magistratura – ha ammesso – sino ad oggi non ho voluto rispondere alle provocazioni. Allo stato attuale delle cose non sono stato indagato ne ho ricevuto un avviso di garanzia. Mi sono recato per formulare alcune dichiarazioni in Caserma ed ho chiesto di essere ascoltato dalla Dda”
” A me la mafia fa schifo – ha dichiarato Nicolazzi -e nel corso della mia sindacatura l’ho dimostrato più volte. Mi sono stati tagliati 80 alberi di ulivo, per due volte sono stato fermato per strada da persone poco pulite che hanno provato ad intimidormi. Entrambe le volte – ha sottolineato – ho denunciato l’accaduto ai Carabinieri. Ecco perché è inaccettabile che da più tempo un giornalista getti fango sulla mia persona. Sono pronto, per questo, a rivolgermi anche all’ Ordine dei Giornalisti ed al ministero dell’interno. Allo stesso modo, però se qualcuno sa che ho pagato per ricevere voti deve andare a denunciare, come sono andato io a denunciare quando un esponente della ‘ndrangata si vantava di volermi fare votare. Qualora però dovessi ricevere un avviso di garanzia all’interno delle indagini “Eleo” sono pronto a dimettemi”.
Francesco Rizza

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