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Il farsesco Risorgimento di invasione e saccheggio del Regno delle Due Sicilie da parte dello Stato italiano, non ha ancora sollevato, in molti, tutti quei dubbi che, invece, avrebbe dovuto sollevare. solleva un dubbio. Prima di vuote esternazioni, scadenti nel ridicolo, è utile documentarsi se si ignora la Verità storica con i suoi i crimini, altrimenti si TACCIA, per non oltraggiare la memoria delle genti del Sud massacrate dalle truppe italiane ed offendere gli italiani costretti dallo Stato italiano e da ipocriti politicanti a subire da 150 anni, soprattutto negli studi scolastici, la falsa Storia Patria grottesca, impregnata di massoniche negatività, di violenze, inganni e sopraffazioni. Antonio Gramsci (1920): “Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l´Italia meridionale e le isole, crocifiggendo, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti”.
Giuseppe Garibaldi Lettera ad Adelaide Cairoli, 1868 “Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell’Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio”. Nino Bixio, autore dell’eccidio di Bronte, nel 1863 dichiarò in Parlamento: “Un sistema di sangue è stato stabilito nel Mezzogiorno. C’è l’Italia là, signori, e se volete che l’Italia si compia, bisogna farla con la giustizia, e non con l’effusione di sangue”.
On.le Ferrari, liberale, nel novembre 1862 grida in aula: “Potete chiamarli briganti, ma combattono sotto la loro bandiera nazionale; potete chiamarli briganti, ma i padri di quei briganti hanno riportato due volte i Borboni sul trono di Napoli. E’ possibile, come il governo vuol far credere, che 1500 uomini comandati da due o tre vagabondi tengano testa a un esercito regolare di 120 mila uomini? Ho visto una città di 5 mila abitanti completamente distrutta e non dai briganti” (Ferrari allude a Pontelandolfo, paese raso al suolo dal regio esercito il 14 agosto 1861, 1250 morti).
Luigi Settembrini, patriota risorgimentale, combatté contro i Borbone, intorno al 1870 scrisse nelle sue “Rimembranze”: “La colpa fu di Ferdinando II, il quale, se avesse fatto impiccare me ed i miei amici, avrebbe risparmiato al Mezzogiorno ed alla Sicilia tante incommensurabili sventure. Egli fu clemente e noi facemmo peggio.”
Gaetano Salvemini (1900): “Sull’unità d´Italia il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata (…..) è caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone (…..)”.
Camillo Benso Conte di Cavour “Lo scopo è chiaro; non è suscettibile di discussione. Imporre l’unità alla parte più corrotta e più debole dell’Italia. Sui mezzi non vi è pure gran dubbiezza: la forza morale e se questa non basta la fisica” Lettera al Re, del 14 dicembre 1860 “Ora che la fusione delle varie parti della Penisola è compiuta mi lascerei ammazzare dieci volte prima di consentire a che si sciogliesse. Ma anziché lasciare ammazzare me, proverei ad ammazzare gli altri … non si perda tempo a far prigionieri”
Claude Duvoisin, console svizzero Lettera al Re, del 17 dicembre 1860 “nel secolo precedente, il Meridione d’Italia rappresentò un vero e proprio eden per tanti Svizzeri, che vi emigrarono, spinti soprattutto da ragioni economiche, oltre che dalla bellezza dei luoghi e dalla qualità di vita. Luogo di principale attrazione: Napoli, verso cui, ad ondate, tanti Svizzeri, soprattutto Svizzeri tedeschi di tutte le estrazioni sociali emigrarono con diversi obiettivi personali. Verso la metà dell’Ottocento, nella capitale del Regno delle due Sicilie quella svizzera era tra le più numerose comunità estere”.
3 Massimo D’Azeglio “Al sud del Tronto sessanta battaglioni e sembra non bastino …Deve esserci stato qualche errore; e bisogna cangiare atti e principii e sapere dai Napoletani, una volta per tutte, se ci vogliono o no… agli Italiani che, rimanendo italiani, non volessero unirsi a noi, credo non abbiamo diritto di dare delle archibugiate”.
Nell’agosto del 1862 i paesi del SUD in rivolta contro l’invasione italiana erano 1.500 e fu dichiarato lo stato d’assedio e legge marziale, inizia violenta e dura la repressione dei paesi liberati dai partigiani Borbonici. La guerra di conquista durò oltre il 1880 e causò al Regno delle Due Sicilie 1.000.000 di morti, centinaia di paesi rasi al suolo, 500.000 prigionieri politici, l’intera economia distrutta e la diaspora di molte generazioni. Il Piemonte/Italia ebbe oltre 23.000 morti il doppio di quelle subite in tutte le sue sedicenti guerre d’indipendenza. Le atrocità compiute, ancora secretate per la vergogna, impedendo così l’imputazione di genocidio, primeggiano su quelle naziste e competono con quelle giacobine rivoluzionare in Vandea (1793), quando cuocevano a vapore anche preti e suore. Il saccheggiatore Stato risorgimentale con l’oltraggiosa censura celebra con l’unità d’Italia crimini inauditi, sevizie atroci e banchetti cannibaleschi di una guerra contro i Meridionali che dura da 149 anni. La storia più che millenaria del Sud, ricca di immense glorie e di immani tragedie, prima dell’occupazione piemontese era stata la storia di un popolo che non aveva mai perso, nel bene e nel male, la propria identità nazionale. È’ stata, dunque, questa perdita, causata dalla forzata piemontesizzazione, il più grave danno inferto al Popolo Duosiciliano.
NESSUN EROE, SOLO CRIMINALI I politicanti italioti si apprestano a sperperare ingenti fondi, meglio se destinarli alle emergenze e ricerca, per celebrare il crimine della proclamazione dell’illegittimo Regno d’Italia in violazione dell’ordinamento internazionale avvenuta il 17 marzo 1861, mentre a Civitella del Tronto le truppe borboniche difendevano ancora eroicamente l’indipendenza del sovrano e legittimo Regno delle Due Sicilie dalla vile aggressione. Il criminale Regno d’Italia non ancora sottometteva e schiavizzava Roma, il Lazio, la Romagna, parte della Lombardia, tutto il Veneto, tutto il Friuli Venezia Giulia e tutto il Trentino Alto Adige. Tali popolazioni non sono tenute alle celebrazioni, la loro invasione si completerà nel 1918 con una guerra mondiale voluta dalle industrie belliche e dall’Italia risorgimentale colonialista.
QUALE PATRIOTTISMO ! nessun eroe, solo criminali, tiranni, aguzzini, saccheggiatori ed usurpatori. “Il Bel Paese” nato dall’unificazione risorgimentale della penisola italica (e perché non invocata anche per quella Iberica, Scandinava, Jugoslava, Arabica ed Indocinese?) a dispetto del luogo comune sugli “italiani brava gente” e del tricolore simbolo di “libertà”, ha dichiarato varie guerre di aggressione in appena 83 anni (1860-1943) con una carneficina di circa 4.000.000 di persone. Nel 1860 aggredì vilmente lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie solo per saccheggio e la cui popolazione insorta subì 1.000.000 di morti in più di 20 anni di feroce guerra. Invase ed occupò Roma il 20 settembre 1870 da Porta Pia, dopo che il giorno 19 l’eroe risorgimentale Bixio minacciò nientemeno di bombardare la Basilica di San Pietro ed a scopo intimidatorio cannoneggiò Trastevere. Non bastò per la sete anti clericale dei “liberatori”, vilipesero pure la croce all’interno del Colosseo. L’Italia impiccò e gasò centinaia di migliaia di eritrei, somali ed abissini sul finire dell’ottocento, altri morti per l’occupazione del Dodecaneso, partecipò anche al saccheggio di Pechino, migliaia di libici uccisi nel 1911, altra carneficina con l’Austria-Ungheria, Germania, Bulgaria e Turchia (1915), 650.000 morti, 600.000 dispersi, 950.000 feriti, più i civili, all’Abissinia (1935), alla Spagna nella guerra civile, all’Albania (1939), poi alla Francia, alla Grecia, a tutti i nemici della II guerra mondiale, 443.000 morti, al Terzo Reich alleato e poi nemico, all’Inghilterra, Unione Sovietica, Stati Uniti e Yugoslavia. Verso la fine del II° conflitto, per terminare in bellezza, dichiarò guerra al Giappone, per contro non vi è notizia di una nazione che abbia dichiarato guerra all’Italia, BEL PRIMATO.
Senza l’Unità dei criminali Garibaldi, Cavour e Savoia le genti degli Stati preunitari non avrebbero mai subito tante sofferenze e miserie. Il dopoguerra con il breve boom economico per il centro nord non ha riservato entusiasmi, ma terrorismo, scandali, nepotismo, corruzione e sprechi sempre attuali. L’uso di soldatini di savoiarda memoria continua tutt’oggi con 8942 militari in 35 “missioni di pace armate” al costo di 3000 euro al minuto, mentre fasce di popolazione meridionale sono in totale indigenza.
Luigi Capozza
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