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“In Calabria le feste e il folklore religioso sono molto sentiti, soprattutto da parte degli Emigrati che, spesso ritornano a posta in occasione di tali avvenimenti. Le feste sono celebrate con serietà e compostezza, secondo le usanze tramandate da secoli e con una carica di sentimento che a volta sfiora la tragicità: atteggiamento radicato nell’animo calabrese”.
“La Calabria è da sempre una terra mariana: si può dire che ogni paese ha la sua Madonna, alla quale è legato come figlio alla madre. E’ noto “l’eccessivo” amore verso la Madonna non solo del popolo calabrese, ma anche di altri popoli. A volte sembra che il culto verso la Madonna abbia dimensioni superiori a quello stesso verso Cristo e verso i misteri principali della fede cattolica”.
E’ questo il pensiero del passionista padre Salvatore Brugnano autore del saggio “Espressioni di religiosità popolare in Calabria” edito dalla “Versale Tipografica” di Napoli. Focalizzando la nostra attenzione sulla “Riviera dei Cedri” sono almeno tre i santuari più noti annualmente raggiunti da fedeli e turisti.
A Scalea, è incastonato in tre cavità rocciose del monte Vingiolo il santuario della “Madonna della Grotta” che è possibile raggiungere semplicemente attraversa una scalinata in pietra lastricata con ciottoli di mare. Se dal suo esterno si può gustare un affascinante panorama sul Golfo di Policastro, interessante è anche il suo interno. Il primo insediamento religioso ed abitativo in queste grotte è collegato all’ avvento di quei Eremiti italo greci che, in periodo bizantino, furono numerosi in Calabria. Per la mancanza di notizie certe sulla fondazione del romitorio, a partire dal XIV secolo si tramanda una leggenda secondo cui, nel corso di una burrasca un battello carico di merci i marinai turchi dell’imbarcazione attribuirono la tragica esperienza alla presenza sulla propria nave di una statua lignea della Madonna che avrebbero voluto gettare a mare.
A tale decisione non fu, però, d’accordo il capitano della nave che era cattolico e, attraccata la nave, fece depositare l’effigie mariana in una delle grotte del monte Vingiolo dove nei giorni successivi fu trovata da un giovane e la comunità cittadina decise di trasferirla nella chiesa di Aieta. Miracolosamente, però, il giorno successivo la statua fu ritrovata nella grotta dove era stata lasciata originariamente e lì iniziò il suo culto. Nel XVI secolo il vescovo Tiberio Casentino pose nella seconda grotta un’altra statua venerata sotto il titolo della “Madonna delle Nevi” e, successivamente, un’ altra statua mariana fu posta nella terza grotta. Estremamente suggestiva è la processione del 14 agosto quando, accolta da una barca la statua della “Madonna della Grotta” fa il giro dell’ isola di Dino.
Nelle gole della valle del Lao, nel territorio comunale di Papasidero nel Parco Nazionale del Pollino, ecco un altro santuario mariano rupestre; quello della “ Madonna di Costaninopoli”, dove si conserva un affresco del XIII secolo. Ai due lati della Madonna sono raffigurati da un lato un vescovo e dall’ altro l’arcangelo Michele. L’edificio originario era più piccolo dell’attuale che fu ampliato dalla popolazione locale dopo la peste del 1655 attribuendo la protezione celeste sulla cittadina appunto alla “Madonna di Costantinpoli” che il 20 maggio dello stesso anno fu dichiarata protettrice della cittadina. La festa mariana si svolge la prima domenica dopo la Pentecoste quando, per sciogliere i propri voti i fedeli che raggiungono il santuario utilizzano le “Cinte” costruite da piccoli telai di legno dalla forma cilindrica adornati da candele, palle, fiori artianali e nastri; tutti con un particolare significato.
A Buonvicino, infine, il santuario della “Madonna delle Nevi” è ubicato a 700 metri sul livello del mare. Si tratta di una chiesa costruita nel XVIII secolo. Precedentemente, infatti, la Madonna era pregata in un altro santuario di cui, oggi, restano solo pochi ruderi. In occasione dell’ anno mariano del 1987 la struttura è stata ampliata con la costruzione dei locali che ospitano la rettoria, ma anche i fedeli che raggiungono, devotamente, lo stesso santuario arricchito da un panorama stupendo che, oltre al golfo di Policastro, nei giorni senza foschia, consente di vedere finanche la Sicilia. La festa annuale si svolge in estate, il 5 agosto.
Francesco Rizza
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