I “Distretti del cibo”: una scommessa che la Calabria non può perdere. Avviato dall’assessore regionale Gianluca Gallo l’iter istitutivo

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Con un po’ di ritardo sulla legge nazionale istitutiva, approvata in Parlamento nel 2017, la Calabria sembra pronta ad istituire nel proprio territorio i “Distretti del Cibo”. A riconoscere le potenzialità delle stesse strutture, che potrebbero rappresentare un volano per l’economia ed il turismo nella nostra Regione le Acli Terra del presidente Giuseppe Campisi, i vari Gal che iniziano a muoversi. Nelle ultime settimane sembrano in dirittura di arrivo i distretti del cibo della “Riviera dei Cedri”, del Vibonese e della Provincia di Crotone.

Pronto a fare la propria parte  affiché la realtà degli stessi distretti prendano forma dal Pollino allo Stretto l’assessore regionale all’ agricoltura   Gianluca Gallo.  Tocca , infatti, proprio alle Regioni riconoscere gli stessi “Distretti del Cibo”   in coerenza con quanto richiede l’Agenda 2030 dell’Onu.

Per il presidente  Acli Calabria Campisi “questi nuovi strumenti di progettazione di sviluppo locale in rete saranno capaci  di promuovere un modo nuovo di fare sviluppo sul territorio e di creare una generazione innovativa di operatori economici generando azioni di politica economica agricola che devono sostenere le produzioni agroalimentari locali, promuovendo lo sviluppo delle aree rurali interne, laddove i prodotti tipici si traducono in primo impatto della competitività di un territorio”.

“Lavoreremo sinergicamente con tutti gli attori interessati –  questa la promessa delll’esperto di marketing territoriale e promotore dei Distretti del Cibo in Calabria, Valerio Caparelli – per garantire una buona governance del territorio, dotata di un assetto strategico che tradurrà gli interessi e le proposizioni di tutti, riflettendo pienamente i contenuti di una buona pianificazione di comunicazione e marketing che canalizzi gli investimenti pubblici e privati verso una nuova strategia di sviluppo e crescita del territorio”.  

 Per quanto riguarda la Provincia pitagorica, anche alla presenza dell’assessore regionale Gallo, intenso l’incontro informativo per lanciare l’iniziativa cui hanno preso parte  Mario Spanò, presidente di Confindustria Crotone; Alfio Pugliese, presidente della Camera di Commercio di Crotone; Don Pasquale Aceto, direttore Servizio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro dell’Arcidiocesi Crotone-Santa Severina; Luigi Dell’Aquila, presidente della Provincia di Crotone; rappresentanti istituzionali locali e la deputazione parlamentare e regionale della provincia crotonese.

 Tutti i relatori si sono convinti  che la Provincia crotonese abbia eccellenze da sviluppare e promuovere rispetto a quanto fatto sinora, sia per le peculiarità sia per la vivacità di iniziative e prodotti che necessitano di una maggiore riconoscibilità e visibilità sul territorio nazionale e internazionale.  E’ dunque il momento che si passi dalle parole ai fatti.

Quello con l’agricoltura è un rapporto radicato nel tempo in quel Marchesato crotonese il cui territorio corrispondeva presso a poco a quello del già circondario amministrativo di Crotrone, in provincia di Catanzaro, racchiudente anche una parte della Sila Piccola. Un territorio cioé, che fra i fiumi Neto e Tacina, corrisponde pressapoco all’attuale Provincia crotonese.

 Ai mgiorni nostri, le maggiori coltivazioni della provincia sono quelle dell’olivicoltura, dei vitigni  del Cirotano i cui vini sono conosciuti in tutto il mondo ed i cereali. Per un lungo periodo di tempo, addirittura, proprio il Crotonese veniva definito, insieme al “Tavoliere delle Puglie” come “il Granaio d’Europa” e fra i suoi prodotti più noti ancora oggi quel “pane di Cutro” che, oltre ad aver ottenuto il marchio “Igp” raggiunge quotidianamente l’Emilia Romagna dove, anche per la presenza di una numerosa comunità cutrese nella provincia di Reggio Calabria, ha numerosi estimatori.

Grazie all’avvio dell’istituzione dei “Distretti del Cibo” sembra finalmente essere arrivato il momento in cui, almeno nell’ agroalimentare, si riuscirà a  unire varie potenzialità in Calabria; superando quell’atavico individualismo che, sino ad oggi, non vi ha consentito alle eccellenze di fare rete ed aggredire con più forza un mercato sempre più globale ed ampio.Francesco Rizza

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