I borghi più belli della Calabria

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Le bellezze calabresi meritano una maggiore attenzione che possa valorizzarne le potenzialità turistiche e di accoglienza. Capita così che le agenzie di viaggi ‘Ego Travel’ del Direttore Emanuele Avellino Costa ed Enzo Costantino della ‘Serratore Viaggi’ hanno proposto un protocollo d’intesa a quei ‘Borghi più Belli d’Italia’ che in Calabria più che altrove aspettano la propria valorizzazione. Il confronto si è svolto in due giorni di approfondimenti nelle sale consiliari dei comuni di Altomonte e Gerace. Ai due incontri erano presente per la rete nazionale dei Borghi, Bruno Cortese del Direttivo Nazionale ed il Consigliere Regionale della stessa Associazione Andrea Ponzo, entrambi esprimendo piena soddisfazione oltre che Gianni De Simone in rappresentanza dell’Editoriale PubliGRAFIC e ideatore della rivista ‘Il CalabrOne’ che nell’ultima edizione ha curato una sezione speciale dedicata ai Borghi più belli di Calabria; il n°30 del periodico di promozione e cultura calabrese che nelle proprie pagine ospita una carrellata di approfondimenti ed itinerari fra i 16 Comuni calabresi inseriti fra i ‘Borghi più Belli d’Italia’, in distribuzione nell’intero territorio regionale.
Ad Altomonte, accolti dal sindaco Giampiero Coppola e dall’assessore Mario Pancaro, hanno preso parte all’incontro i rappresentanti degli altri borghi dell’area nord della Calabria: Rocca Imperiale, Morano, Civita, Aieta, Oriolo, Buonvicino, Fiumefreddo. A Gerace, invece, hanno preso parte al raduno i Borghi della Calabria centro meridionale: Bova, Scilla, Caccuri, Santa Severina, ed ovviamente Gerace col sindaco Giuseppe Pezzimenti entusiasta di ospitare nel proprio Comune le delegazioni delle altre Amministrazioni comunali.
Nonostante le proprie bellezze e quei monumenti che rappresentano certamente un richiamo dal punto di vista turistico, tutti e 16 i Borghi della Calabria hanno lamentato nel corso degli incontri un periodo di criticità socio economico per uno spopolamento che ne caratterizza le varie realtà e l’emigrazione dei numerosi giovani, compresi numerosi laureati, che, invece, vi potrebbero produrre economia e sviluppo. Da qui la necessità di fare rete, non solo nel pubblico ma anche con il privato per superare insieme problematiche comuni.

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