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Giornata della memoria, nonostante il covid, anche in Calabria. Alle 10,30 di stamane, il prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella si recherà all’ex campo di concentramento Ferramonti di Tarsia per la deposizione di una corona al monumento dedicato agli ex internati. A seguire visiterà il Museo Internazionale della Memoria di Ferramonti per rendere omaggio alla memoria storica del luogo.
Anche se meno conosciuto di come dovrebbe, per quella memoria che dovrebbe aiutarci a non ricadere negli errori del passato, nel comune di Tarsia, il campo di concentramento di Ferramonti, è stato il più grande dei 15 campi di internamento costruiti nell’estate del 1940 dal regime fascista di Benito Mussolini e anche il principale, in termini di consistenza numerica, tra i numerosi luoghi di internamento per Ebrei, apolidi, stranieri nemici e Slavi all’indomani dell’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale.
Il campo fu liberato dagli inglesi nel settembre del 1943, ma molti ex-internati rimasero a Ferramonti anche negli anni successivi, fino a quando il campo fu ufficialmente chiuso l’11 dicembre 1945.
Iniziativa commemorativa che andrà avanti per più giorni l’esposizione, a cura dell’Archivio di Stato cosentino, del registro degli internati. Di forte impatto emotivo, si legge in una sorta stampa, l’esposizione del registro sarà supportata da uno studio sulla vita nel campo, basato sui documenti conservati nell’Istituto. L’iniziativa sarà accompagnata dalla proiezione del video “Dalla persecuzione religiosa alla discriminazione razziale: documenti per conoscere, comprendere, ricordare”, riproposizione digitale di una mostra documentaria che testimonia le presenze ebraiche nella provincia di Cosenza, costrette a dileguarsi dopo gli editti di espulsione cinquecenteschi, poi definitivamente nel ‘700, e si ritrovano internate nel campo di concentramento.
I visitatori inoltre potranno visionare il Catalogo di una mostra documentaria realizzata nel 2018 nell’ambito di un percorso di Alternanza scuola- lavoro dal titolo “Le leggi razziali e discriminazioni nella Cosenza del ventennio”, che evoca il dramma della discriminazione antiebraica, preludio di persecuzione e stermino.
Francesco Rizza
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