Da Palenteria a Torino a cavallo di un mulo. Questo l’itinerario dell’ assiazione Woodvivars che ha fatto tappa in Sila.

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su whatsapp

Attraversare il Paese a passo di mulo si può. Almeno è questa la scommessa con la quale si stanno misurando  i ragazzi dell’associazione di promozione sociale Woodvivors che, dal 15 aprile scorso, si sono messi in cammino lungo il Sentiero Italia CAI, con lo scopo di immergersi nella natura incontaminata, ma soprattutto con quello di   scoprire o riscoprirele tradizioni contadine che, nei piccoli borghi nascosti tra boschi e montagne, continuano a resistere alla frenesia dei tempi.

I gitanti sono partiti dall’isola di Pantelleria con due mule ed  un’asina . Con questi unici mezzi di locomozione contano di arrivare a Torino, simbolo dell’industrializzazione delle città. All’interno del loro itinerario lungo circa 2.500 chilometri hanno fatto tappa in Calabria, nel Parco Nazionale della Sila.

A Lorica, sede dell’Ente presieduto da Francesco Curcio,  i ragazzi di Woodvivors hanno illustrato il loro ambizioso progetto. “L’idea è proprio quella di attraversare l’Italia da Sud a Nord a passo di mulo – spiegaFrancesco Paolo Lanzino,presidente dell’associazione – per compiere una ricerca antropologica che sarà supportata da un prodotto audiovisivo, quindi dalla realizzazione di un documentario, sulla civiltà contadina. Percorrendo il Sentiero Italia, attraversando quelle aree più periferiche del Paese, speriamo di riempire le bisacce dei nostri muli con le tradizioni e i saperi antichi in cui, man mano, ci imbatteremo. Avremmo potuto intervistare esperti antropologi, sociologi e altri professionisti, ma non è ciò che ci ha spinto a partire: il desiderio è entrare in contatto con quell’umanità che resiste ed è fonte diretta di un passato che, per la sua straordinarietà, necessita di essere tramandato”.

Ad esprimere il proprio entusiasmo anche il presidente dell’Ente Parco Nazionale della Sila Francesco Curcio, che da anni si batte per un turismo cosiddetto lento e sostenibile, capace di coniugarsi bene con il rispetto della natura che grandeggia sull’altopiano silano. 

“Quando ho scoperto il progetto di Lanzino e Woodvivors – dichiara Curcio – l’Ente si è subito adoperato per accogliere il gruppo perché consapevole dell’importanza di questa “impresa”. Un’avventura che sì, è volta alla realizzazione di un documentario, ma si sposa benissimo con quell’idea di turismo che caratterizza il Parco Nazionale della Sila. Da sempre, del resto, invitiamo i viaggiatori e i visitatori dei nostri territori a fermarsi per un momento, a osservare i panorami, ad assaporare il gusto delle cose semplici, rispettando, di conseguenza, la natura”.
 

Francesco Rizza

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp