Cutro: la Corte d’Appello scagiona l’ex sindaco Salvatore Di Vuono.

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“Non risulta alcuna condotta posta in essere dal sindaco idonea a rivelare, in maniera significativa, una collusione tra lo stesso e la criminalità organizzata”. Anzi, c’è di più: avrebbe direttamente contribuito a contrastare, a livello amministrativo e territoriale, il fenomeno mafioso”. Salvatore Di Vuono, 66 anni, ex sindaco di Cutro con una lista civica,  non è “un amministratore coinvolto”, né un politico corrotto o vicino alle cosche. Infatti “non risulta alcuna condotta posta in essere dal sindaco idonea a rivelare, in maniera significativa, una collusione tra lo stesso e la criminalità organizzata”. E’ questa la sentenza della Corte di Appello di Catanzaro che, ribaltando la sentenza del Tribunale di Crotone, ha restituito all’ex Sindaco di Cutro, difeso dagli avvocati Fabio Rizzuti e Tiziano Saporito, la propria onorabilità di cittadino e di Amministratore.

  
Secondo  i giudici di secondo grado,  “non vi è motivo, dunque, di ritenere che detti affidamenti, peraltro non gestiti direttamente dal Sindaco, siano stati da lui pilotati in favore di consorterie criminose non potendo, il generico dovere di vigilanza che compete al vertice del Comune, di per sé solo, far ritenere accertato, in mancanza di altri elementi univoci, che non si evincono dalla relazione prefettizia, una corresponsabilità del Di Vuono nelle attività amministrative ritenute irregolari”. Secondo la sentenza, inoltre, all’operato di De Vuono sono infatti riconducibili ” l’approvazione e l’adozione del c.d. “Codice Etico per la buona politica, Carta di avviso pubblico”; l’istituzione per la prima volta di un Assessorato alla legalità, la costituzione come parte civile negli unici due processi di ’ndrangheta che sono stati trattati nel corso del mandato (“Stige” e “Malapianta”)”. 

Era il 7 agosto del 2020 quando il Consiglio dei  Ministri  ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Cutro per infiltrazioni mafiose e la Prefettura di Crotone ha contestualmente nominato la terna di commissari che da allora gestisce il Municipio cutrese nelle persone   del prefetto in quiescenza Domenico Mannino, del viceprefetto in quiescenza Girolamo Bonfissuto e dal funzionario economico-finanziario Emiliano Consolo.  A questo punto, le Comunali nel comune di Cutro potrebbero essere indette quanto prima.

“Mi fa piacere – osserva Gaetano Carletto Squillace già amministratore di Cutro –  che lex Sindaco Di Vuono abbia vinto in appello per la questione della sua incandidabilita, sono uno che crede nella giustizia infatti in tutte le mie campagne elettorali ho sostenuto dal punto di vista politico sempre persone che sono stati ex Magistrati, come Dipietro e Demagistris solo per citarne alcuni, a differenza di altri che hanno sempre sostenuto mercenari della politica che passano da sinistra a destra solo per un fine personalistico. Ci sono da fare però alcune considerazioni politiche, come mai  Di Vuono ha  difeso la sua persona non sentendo alcun dovere morale di difendere il Comune e nelle stesso tempo tutti i Cittadini di Cutro.  Sono atteggiamenti che mi lasciano perplesso”.

Francesco Rizza

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