Crotone si rimpossessi della propria storia. Questa la richiesta di “Antica Kroton”

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” Riappropriamoci di un frammento di memoria storica dell’ antica Kroton” è questo l’appello del comitato “Antica Kroton” che per giorno 22 ha organizzato un sit in in via Pannella. In un increscioso silenzio istituzionale, tocca privati e, quindi ad una Associazione, richiedere l’attenzione cittadina su una importante realtà archeologia sulla quale, fino ad oggi sembra abbiano preso prevalenza interessi privati.

“Nel 1987 – si spiega in una nota -in seguito agli scavi effettuati dalla Banca Popolare di Crotone per ristrutturare lex clinica De Vennera, posta tra le vie Panella – Roma e Cutro, viene alla luce una parte consistente di isolato del quartiere meridionale dellantica città di Kroton. Larea riaffiorata copre una superficie di circa 800 mq, lintero piano di sedime del vecchio fabbricato. Dopo il cantiere di via Tedeschi diventa larea archeologica più estesa scavata e salvaguardata nella nostra città”.


“La Soprintendenza archeologica della Calabria – si evidenzia nella nota- allinizio dellanno successivo, per evitare che larea archeologica vada distrutta, emana il vincolo di tutela e, qualche anno dopo, nel 1990, comunica sia al Comune di Crotone che alla Banca Popolare le prescrizioni per realizzare il fabbricato, salvaguardando i resti archeologici e subordinando lapprovazione del progetto allutilizzo pubblico del porticato per la fruibilità dellarea archeologica sottostante”


” Il 30 gennaio 1990 – aggiunge – il Comune di Crotone, settore urbanistica, rilascia alla BPC regolare concessione edilizia in variante per la ristrutturazione e il restauro del fabbricato di via Panella, alle condizione che lIstituto di credito elimini le chiusure al porticato e, con lobbligo, di rispettare tutte le prescrizioni della Soprintendenza Archeologica in particolare, come previsto al punto 16 della concessione, che Il porticato, di circa 340 mq, venga utilizzato a servizio della area archeologica”.


Le cose, purtroppo, non sono andate così in quanto completata la realizzazione del fabbricato, la BPC invece di cedere al Comune di Crotone larea archeologica compreso il soprastante porticato, inizia ad usare abusivamente questultimo come garage per le proprie autovetture di servizio. Anzi nel 1995 la Banca presenta al Comune domanda di sanatoria edilizia per l’uso a parcheggio privato del porticato citato. È partito, dunque, una lunga guerra di carte non ancora finita.

Come riconda “Antica Kroton” la domanda di sanatoria viene respinta dal Comune di Crotone. La Banca con immediatezza ricorre al TAR della Calabria avverso il provvedimento del Comune di diniego della domanda di sanatoria. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria il 2002 respinge il ricorso proposto dalla Banca Popolare di Crotone che prontamente ricorre in appello presso il Consiglio di Stato.


Anche il Consiglio di Stato, con sentenza del 30/03/2007, respinge il ricorso in appello presentato in modo così solerte dallIstituto di credito crotonese. “Sono trascorsi 14 anni – scrive “Antica Kroton” -dalla sentenza del Consiglio di Stato, con una concessione edilizia ancora da onorare. Nessuno tra politici, amministratori, funzionari e dirigenti in tutti questi anni ha mosso un dito per riprendersi questo spazio che è di tutti, soprattutto patrimonio culturale della città, un frammento di quella grande e nobile città di sotto,
Francesco Rizza

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