Crotone, la festa di San Dionigi, la benedizione dell’agricoltura.

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Svolta secondo tradizione, nonostante la pandemia del covid, la festivitùà di San Dionigi atrono di Crotone insieme alla Madonna di Capocolonna. Secondo una tradizione che va avanti da più anni, alla Celebrazione eucarisia presieduta dall’ arcidvescovo crotonese mons. Angelo Panzetta, è seguita la benedizione dei mezzi agricoli e la distruzione del grano benedetto ai fedeli presenti in piazza Duomo.

 “Dico a lei – ha sottolineato mons. Panzetta rivolgendosi ad Enzo Voce neo sindaco pitagorico – quello che hanno rivolto a me quando ho iniziato il percorso da arcivescovo. Prendo in prestito le parole udite nel corso della campagna elettorale, quando si auspicava uno tsunami di speranza. Ecco, questa città ferita ha bisogna di una sterzata e un profondo rinnovamento. E la comunità sente forte queste desiderio. Che i buoni propositi delle persone che sono state scelte diventino realtà, e la protezione di San Dionigi accompagni questo sforzo così importante. Sia per la nostra città questo un tempo di rinascita e uno tsunami di speranza”.

  La coltura cerealizia ha origini antichissime in Calabria dove, anche nella provincia di Crotone, nell’etàdella Magna Grecia era posta sotto la protezione della dea Demetra, figlia delle divinitàCrono e Rea sorella e consorte di Zeus.  Nel corso di un saggio presso il tempio di Apollo Aleo negli ultimi anni del XX secolo sono state recuperate alcune centinaia di frammenti ceramici e statuette fittili in gran parte raffiguranti la stessa dea raffiguranti Demetra con una fiaccola in mano ed accompagnata da un porcellino. In seguito ad altri saggi sono tornati alla luce i resti di quello che, probabilmente, fu un focolare ed un muro in pietrame lungo 4 metrie mezzo, largo 50 centimetroed alto fino a 7 centimetri.                                      

  Come si evidenzia in un saggio di Giuseppe Celsi del “Gruppo Archeologico Krotoniate”, l’archeologa Elena Lattanzi ritiene che questi ritrovamenti siano collegati ad un tempio dedicato appunto a Demetra.  Mentre l’Apollonium di Punta Alice – scrive Celsi –  era sta giàstato monumentalizzato (VI sec. a.C), l’attivazione del santuario di Bivio Alice èda ricondurre alla fase in cui dopo la sconfitta di Sybaris, l’area settentrionale della Krotoniatide, tra il Neto ed il Fiumenicà èdivenuta parte integrante della politikèchora Krotoniate.            

  La divinità femminile Demetra èlegata a culti connessi con l’agricoltura, economia tipica della popolazione brettia, ma l’iconografia degli ex-voto è greca, per cui i reperti indicano che siamo in presenza di una forte integrazione culturale tra i Greci delle colonie vicine e gli indigeni che vivevano nella chora”.          

Francesco Rizza

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