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La stagione agrumicola è ai nastri di partenza, ma l’incognita è la manodopera sia straniera che italiana che manca. L’allarme è stato lanciato dal presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto, e “sotto accusa” finiscono le restrizioni legate al coronavirus. Adesso qualcuno vada a dirlo all’ex ministro Matteo Salvini ed a quella destra xenofoba che negli scorsi mesi ha sbeffeggiato la ministra Villanova impegnata nella tutela e nel riconoscimento dei diritti in ambito agricolo degli Immigrati. A prescindere dal Covid, infatti, l’assenza di manodopera è un problema atavico in quest’ambito economico fra i più importanti in Calabria.
Secondo la Coldiretti, “nonostante il lockdown, nelle campagne il lavoro non si è mai fermato, ma a pesare sui raccolti è il mancato arrivo di braccianti che non è stato accompagnato da misure per favorire l’accesso al lavoro degli italiani come l’introduzione di voucher semplificati per consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui – ha dichiarato Aceto – tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà. Anche il reddito di cittadinanza cosi come è congegnato non permette ai percettori di svolgere un lavoro,anzi, coloro che ne usufruiscono,preferiscono mantenere questa situazione”.
Aceto ha pochi dubbi: “non possiamo permetterci di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori più dinamici dell’economia poiché, con la carenza di manodopera, il rischio è che ci possa essere sui “banchi dei mercati” una ridotta disponibilità dei nostri agrumi con una perdita di competitività e quote di mercato e un deciso aumento delle importazioni dall’estero da spacciare come Made in Italy”.
Stando così le cose, la richiesta della Col diretti è quella di interventi concreti. “Occorre che su questi aspetti – si legge in un comunicato stampa – ci sia una attenzione della politica regionale e soprattutto dei parlamentari nazionali per mettere a punto provvedimenti e strumenti per il settore agili e flessibili, che taglino burocrazia e vincoli e, rispondano soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità al lavoro e dall’altra generino una preziosa opportunità di integrazione al reddito considerato il periodo di crisi”.
Francesco Rizza
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