Cosenza – Viaggio storico in una cattedrale.

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Il 30 gennaio 2022, nel Duomo di Cosenza, nel cuore del centro storico della città, si è dato avvio all’Anno Giubilare  con la solenne cerimonia dell’apertura della Porta Santa, alla presenza del nunzio apostolico rappresentate Papa Francesco, per  inaugurare le celebrazioni degli 800 anni di vita della storica cattedrale intitolata a Santa Maria Assunta, centro di culto profondamente amato da tutti i cosentini, cattedra del Vescovo dell’Arcidiocesi di Cosenza – Bisignano.

Giubileo che ha celebrato il suo culmine sabato 25 giugno, a ricordo dell’ VIII Centenario  della Dedicazione del Duomo a Santa Maria Assunta, alla presenza del Legato Pontificio S. Eminenza il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, accolto con gioia dalla grande folla dei fedeli insieme alle autorità locali e a Monsignor Francesco Nolè Vescovo dell’Arcidiocesi di Cosenza Bisignano, per concludersi il 12 febbraio 2023, festa solenne della Madonna del Pilerio, patrona di Cosenza.

Gioiello artistico e venerato richiamo di fede per ogni cosentino,  il duomo,  dopo la prima  incerta ubicazione  del nucleo originario, risalente probabilmente al v secolo,  distrutto poi dall’invasione saracena, sorge sul Colle Pancrazio nell’edificazione giunta sino a noi.

Nella facciata, maestosa e austera, che si apre sulla spaziosa piazza antistante spiccano i tre rosoni in stile romanico e nel rosone centrale, distrutto e non più riportato all’originaria forma, si può leggere la data del rifacimento voluto dall’allora Vescovo della città Monsignor  Aniello Calcara, 1944 , che volle dare nuovo splendore a questo gioiello di arte romanico gotica cistercense, in una nuova fase di rinascita delle strutture della primitiva chiesa e delle sue linee originarie.

Nella navata centrale, sull’abside, in corrispondenza del rosone centrale  che narra anch’esso dell’assunzione mariana, si può ammirare il bellissimo affresco di Maria Assunta in cielo, avvolta in un manto azzurro da cui spunta una veste rossa, i colori della passione e della chiesa, con i dodici apostoli che la circondano.

Chiesa austera, a croce latina, con una navata centrale e due laterali separate da possenti pilastri rettangolari in pietra rosa di Mendicino, che si aprono all’interno di tre grandi portali, racchiude il racconto di vita dei cosentini: sulla sinistra sono presenti due cappelle di grande devozione per l’intera città, la bella Cappella in stile barocco della Madonna del Pilerio, dipinto su tavola di chiaro influsso bizantino, patrona della città bruzia da quando salvò il popolo dalla peste, riportandone sul viso macchia indelebile, e dal terremoto; la Cappella della Confraternita Orazione e Morte dove trovarono sepoltura i fratelli Bandiera all’indomani del loro sacrificio, insieme ai martiri cosentini del xv marzo 1844  custoditi nella cripta della cappella, prima di essere traslati a Venezia nel 1867.

Bellissimi gli scanni lignei laterali nelle due cappelle, di raffinata e chiara fattura di maestranze locali, come i confessionali e pulpito che arredano l’interno della chiesa.

Nell’ottobre del 1984 Papa Giovanni Paolo II volle pregare davanti alla sacra effige della Madonna del Pilerio e renderle omaggio in una visita apostolica rimasta memorabile per l’intera città.

Le finestre bifore sovrastanti la navata laterale di desta raccontano, in colori policromi, le stazioni della Via Crucis ed illuminano il pavimento in pietra rosa di Mendicino.

Nella parte iniziale di sinistra, vicino alla porta laterale, si trova il Battistero con il catino battesimale in granito nero.

Procedendo sempre avanti, dopo la sacrestia, nel transetto,  si può ammirare il delicato monumento funebre di  Isabella d’Aragona, moglie  di Filippo l’Ardito re di Francia, morta in terra calabra per una caduta da cavallo durante il suo viaggio alla volta della Francia, che oggi custodisce solo il feto che la sfortunata nobildonna portava in grembo.

Ritrovato casualmente, nel 1891, durante i lavori di restauro della  parete sinistra del transetto, è ricordato come uno dei primi esempi di gotico francese in Italia.

Di evidente espressione tardo gotica anche il Crocifisso ligneo del ‘400, nel catino absidale.

Sulla navata destra, dopo un frammento dell’antico pavimento in mosaico,  troviamo un sarcofago di particolare spicco, che custodisce le ossa di Enrico VII di Hohenstaufen, detto lo Sciancato, figlio di Federico II,  contornato da un bassorilievo che narra la caccia al cinghiale calidonio di Meleagro, di epoca  tardo antica con probabile rifacimento medievale.

Bassorilievo a tema classico che simboleggia la lotta tra il bene e il male per significare la vittoria di Cristo sulla morte con la sua Resurrezione.

Nel corso dei secoli  più volte rimaneggiata, la cattedrale, denominata anche Duomo, dalla domus latina, la casa di Dio, elevata a Santuario della Madonna del Pilerio dal 1981, fu consacrata  a nuova vita nel 1222, dopo la ricostruzione seguita al terribile terremoto del 1184 che la distrusse e travolse il popolo dei fedeli insieme all’Arcivescovo Ruffo, alla presenza dell’imperatore Federico II, amico personale  dell’allora Arcivescovo Luca Campano, esperto di architettura, il quale volle fare omaggio alla chiesa cosentina della preziosa Stauroteca, reliquiario contenente, secondo la tradizione, una scheggia della croce di Gesù, di mirabile cesellatura medievale e di nobili materiali.

Croce Reliquiario risalente al XII secolo, in stile e iconografia normanno bizantina e realizzata in oro e smalti, oggi custodita nel Museo Diocesano, periodicamente offerta nell’originale all’ammirazione dei visitatori anche nella splendida Pinacoteca cittadina, inserita nel circuito dei musei nazionali.

Il possente Tiburio esterno edificato in stile neogotico, realizzato dall’architetto Giuseppe Pisani a fine XIX secolo come  copertura  della cupola dell’altare maggiore,  con la sua torre campanaria risulta ben visibile dai colli circostanti e svetta tra i tetti del centro storico che sembra benedire e custodire.

Vero faro di luce per l’intera città, il duomo, summa di vari stili architettonici dal romanico – gotico al cistercense con connotazioni  barocche nelle cappelle, ampiamente rimaneggiata nella sua facciata nel corso dei secoli, ha una forte valenza non solo religiosa per i cosentini, ma anche artistica, culturale e storica, oltre ad essere punto di aggregazione religiosa e sociale, soprattutto in questo anno celebrativo degli 800 anni di vita consacrata e cittadina dipanatasi attorno ad un culto mariano profondamente sentito e venerato nel secolare avvicendarsi  delle sorti umane, riconosciuto sin dal 2011 come patrimonio testimone di cultura di pace dall’UNESCO.

                                                                                   ANGELA MARIA BRUNI

P.S.

 Molteplici gli studi, gli approfondimenti e le pubblicazioni sul Duomo di Cosenza, tutti approccio importante e arricchente per ciascuno di noi.

Insieme ai lavori in controtendenza come quello, ricco di dettagli, del Dott. Domenico Canino, che tanto si è speso in ricerche specifiche e a volte discordanti con le più diffuse conoscenze.

 

Foto facciata principale.

Mausoleo Isabella d’Aragona.

Sarcofago Enzo lo sciancato.

Festa 12 febbraio 2023

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