Caterina Scandale recensisce “Il Bacio di Arocha” di Antonio Lombardo.

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Cosa può succedere quando una leggenda dalle grandi potenzialità incontra un autore che ama la propria terra d’origine? Semplice. Si rischia di far prendere vita ai personaggi nella mente dei lettori. Personaggi che sono rimasti per secoli e secoli intrappolati fra rocce selvagge, come delle immagini latenti in un vecchio rullino fotografico dimenticato in un cassetto. Si narra infatti che percorrendo gli stretti varchi fra gli altissimi canyondel sud Italia, nel vento che a volte fischia fra le anguste gole, si può udire il canto delle ninfe del bosco che chiedono giustizia per la piccola Arocha, la quale aveva subito un torto da un pastore. Anche Caio Plinio Secondo, conosciuto come Plinio il Vecchio, descrivendo la navigabilità dei fiumi calabresi si imbatte nel fiume Arochoe e nella sua leggenda.

Il racconto popolare però non convince il nostro autore, Antonio Lombardo ,che con una sua personale interpretazione ha ridato vita ad una nuova incredibile leggenda, “Il bacio di Arocha”, dove l’unica vera vendetta è basata sulla potenza dell’amore. Nel bosco delle Valli Cupe, dove vivevano quattro splendide ninfe, gli umani non si erano mai addentrati fra gli imponenti passaggi dei canyon. Si vociferava fosse una montagna spaccata da un gigante e, anche se le altissime pareti rocciose affascinavano i curiosi, il loro inquietante mistero spaventava i più intrepidi. Questo aveva permesso alle ninfe di godere di una natura incontaminata e al bosco di farsi coccolare dalle quattro bellissime creature. Ma nel fluire del tempo nulla rimane immutato, l’arrivo di un giovane pastore, Petraro, cambierà il corso degli eventi e in particolare per Arocha, la piccola ninfa dai capelli azzurri alla ricerca delle sue attitudini. Il pastore aveva il potere di consolare i pioppi tremuli e di far danzare tutti gli animali in armonia. Insieme da Arocha, sfiderà le acque, il vento e soprattutto la dura legge delle ninfe, che non permetteva agli umani di amare le creature magiche.

Il grande messaggio per il lettore consiste nel fatto che l’amore è il più potente antidoto al veleno dei problemi della vita, capace di donare anche la pace nel cuore degli uomini. Nonostante il racconto popolare, partendo da un differente punto di vista e con l’aiuto della scrittura, si può far vivere ai personaggi infinite possibilità. Anche Petraro merita una seconda occasione, perché l’amore, quello autentico, non teme gli ostacoli delle forze avverse e vale la pena di essere vissuto.

Il nostro autoresi è reso subito conto che scrivere per bambini è una cosa seria. Nel cercare il metodo giusto, con la sua esperienza di ingegnere e con la semplicità del linguaggio, è riuscito a progettare un racconto che insegna ai bambini, ma anche ai più grandi, come abitare in una storia.Le parole scelte con cura hanno la forza di evocare immagini straordinarie, sapientemente costruite conla famosa tecnica narrativa dello “show, don’ttell” ovvero, “mostra, non raccontare”.

Un libro che si potrebbe leggere infinite volte grazie alla sua scrittura coinvolgente tendente al poetico.Ha immaginato i personaggi come nell’opera “La primavera” di Sandro Botticelli, dove è presente un’atmosfera fiabesca raffinata e poco ostentata. La parte magica del racconto è stata costruita in modo credibile e i personaggi risultano ben caratterizzati e ambientati.Sono presenti importanti spunti didattici, infatti, i piccoli lettori avranno la sensazione di aiutare la giovane Arocha a scoprire il personale talento che la farà diventare una grande dea. I dialoghi fra le ninfe e le azioni descritte in modo efficace riusciranno a coinvolgere anche i lettori più distratti.

Il tema dell’amore, trattato in modo delicato e comprensibile anche per i più piccoli, è il vero protagonista e si rivelerà anche attraverso gli elementi della natura; come l’amore fra l’acqua di un fiume e le sue pietre che lentamente si addolciscono nei lineamenti, diventando più belle per effetto di questo incontro. Nel finale la sensorialità indotta dal suo stile di scrittura farà sparire la voce narrante, tanto da far vivere ai lettori un’esperienza indimenticabile insieme ai protagonisti; con un messaggio speciale, ossia nei momenti di difficoltà è importante imparare a prendere le distanze da tutte le negatività per ascoltare la propria voce interiore e raggiungere la pace.

La sua penna, creativa e fortemente sensoriale, ha il potere di evocare i sentori aromatici delle cortecce degli alberi e persino profumi che nessuno è mai riuscito ad interpretare. Vi siete mai chiesti qual è il profumo della rugiada? La piccola e coraggiosa Arocha ve lo svelerà.

Caterina Scandale

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