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Comunque la si voglia vedere, non è un buon momento per la Calabria. La decisione del Governo Conte di dichiarare la Calabria “Zona Rossa” insieme alla Valle d’Aosta, la Lombardia ed il Piemonte – dove la virulenza del virus ha raggiunto percentuali altissime di contagiati rispetto alla Calabria – ha acceso la rabbia della popolazione che finalmente si è resa conto che gli ospdeali calabresi non sono nelle condizioni di garantire livelli minimi di sicurezza. Neppure dopo circa 15 anni di commissariamento che non solo non hanno migliorato la situazione sanitaria calabrese, ma hanno visto aumentare di brutto la situazione ecoonomica delle Aziende Sanitarie Calabresi.
Intanto la popolazione, finalmente consapevole della situazione venutasi a creare ma esasperata dalla crisi economica, è scesa ed è pronta a scendere in piazza con delle manifestazioni di proteste.
La fine del commissariamento sanitario era stata chiesta duramente dal presidente Mario Oliverio, anche la presidente Jole Santelli aveva espresso analoga richiesta. La lettera, risalente allo scorso settembre, è stata letta in un video dal presidente facente funzioni Nino Sperlì, ma ciò nonostante il Governo Conte ha nominato un altro commissario, spiegando che l’inserimento calabrese fra le zone rosse è collegata appunto alla mala gestione della sanità in Calabria.
“Impugneremo la nuova ordinanza del Ministro della Salute che istituisce la zona rossa in Calabria. Questa regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale”. Assicura Nino Sperlì che ha annunciato un ricorso contro il provvedimento firmato dal ministro Roberto Speranza.
“Le costanti interlocuzioni che ho avuto in questi giorni con i membri del Governo e con il commissario Arcuri, al di là della grande disponibilità al dialogo da parte di tutti – spiega il Presidente facente funzioni – non hanno prodotto alcuna modifica rispetto alla volontà, evidentemente preconcetta, di “chiudere” una regione i cui dati epidemiologici, di fatto, non giustificano alcun lockdown, soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Val D’Aosta”.
A Catanzaro, una delle prime manifestazioni realizzate è stata quella a cura del Forum delle Associazioni di Catanzaro nei pressi della Cittadenna regionale di Germaneto. Fra i circa 200 manifestanti commercitanti ed imprenditori, ma anche operatori sanitari e semplici cittadini. Oltre ai possibili rischi per l’economia calabrese del nuovo lockown, si lamenta il fatto che la regione Calabria neppure in questo periodo di pandemia sia riuscita a spendere neppure pare dei vari milioni ricevuti dal Governo per fronteggiare la situazione sanitaria calabrese.
Attimi di nervosismo si sono registrati quando il presidente Sperlì è sceso fra i protestanti per spiegare la situazione e le intenzioni della Giunta regionale. Ad alcune contestazioni arrivategli da alcuni manifestanti che hanno interrotto più volte il suo intervento il Presidente facente funzioni ha ritenuto di rientrare nella sede regionale. Non si registrano problemi di ordine pubbliche ma a detta di alcui manifestanti la politica dovrebbe “andare a casa, ci vorrebbero le dimissioni di tutto il Palazzo”.
l’imprenditore Francesco Chirillo aggiunge: “l’inaccettabile decisione del Governo di chiuderci ancora una volta in casa per un mese, affondando quello che resta della nostra disastrata economia”. Su Facebook, invece, è nato il gruppo “No alla Calabria zona rossa” che, in poche ore, conta già più di 17mila iscritti. “È il momento di chiedere misure economiche straordinarie immediate – evidenziano i promotori – per le famiglie calabresi, altrimenti questo lockdown sarà il funerale della nostra terra. Perché non vogliamo morire né di Covid né di fame”.
Altre manifestazioni si attendono per stasera. Alle 18,30 ci dovrebbe essere a Rossano in piazza Bernardino Lefosse, mentre il movimento “La Calabria che vogliamo” diretto da Giuseppe Nucera ex presidente di Confindustria Reggio Calabria annuncia azioni legali contro il Governo: “Abbiamo dato incarico all’avvocato Francesco Palmeri – si legge in una nota – di predisporre gli atti e procedere sia in sede penale che civile davanti ai giudici perché condannino il capo del Governo ed i Commissari che da 10 anni gestiscono la sanità in Calabria al risarcimento degli ingenti danni che la loro condotta provoca alle popolazioni ed alle imprese calabresi”.
Francesco Rizza
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