Calabria in lutto per la morte di Nik Spatari, artista “visionario”. Unanime cordoglio delle Istituzioni.

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Cultura calabrese in lutto, per la morte a mammola dove era nato ed ha lungamente vissuto nonostante sia stato “cittadino del mondo” come buona parte degli intellettuali Nik Spatari. Architetto visionario ed artista ispirato aveva 91 ed era vissuto, in giovinezza, a Parigi divenendo amico di Cocteau e Picasso, ma anche di  Sartre e Le Corbusier moglie Iske Maas  aveva fondato una fantasmagorica Casa Museo, il “MuSaBa” molto frequentato e conosciusto.

Evidentemente, più importante che la fame, per l’Artista calabrese era stata quella voce del cuore che lo aveva riportato nella cittadina natale, un borgo della Costa jonica che ancora oggi porta nel proprio territorio tracce della sua antichissima storia. Le sue origini, infatti, risalvono al IV – V secolo a.C. quando il la nuova cittadina nacque e si sviluppò  sulle rovine di Malea, colonia locrese ricordata da Tucidide.

Alla fine del  X secolo, per sfuggire alle incursioni saracene sulle coste calabresi le popolazioni delle zone marine cercavano ripario nell’Entroterra, ma il rapporto fra Mammola e lo Jonio fu sempre intenso come è testimoniato dalla pesca di quello stocco che proprio a Mammola ha la propria “capitale”. Anche per questo rapporto con il mare, la cittadina fu sempre cosmopolìta tanto che quando  non era ancora in uso l’ attuale toponomastica, le vie ed i rioni del paese erano indicati con denominazioni di origine ebrea, araba e greca.

Se il sindaco di Mammola, Stefano Raschillà, annunciando la morte di Spatari evidenzia come “la nostra cittadina  i stringe addolorata attorno alla grande personalità mammolese”. Unanime il cordoglio delle Istituzioni calabresi.


 “La sua opera continuerà – aggiunge Giuseppe Falcomatà sindaco della Città metropolitana di Reggio  Calabria – a parlarci di lui e le future generazioni sapranno sempre e tutto del creatore del Parco Museo Santa Barbara. Oggi piangiamo la morte dell’uomo. Dell’artista no. Quello non morirà mai. Nik Spatari può considerarsi fra gli esempi migliori del reggino innamorato delle proprie radici. Spinto dall’orgoglio di essere nato tra il fiume Torbido ed il mare Jonio, Nik Spatari si è sempre fatto forte dell’idea di aver scelto di tornare a vivere in Calabria assieme alla sua Hiske. A lei, adesso, va il nostro pensiero”.

“Apprendo con grande tristezza – aggiunge il vice presidente regionale Nino Sperlì con delega ai beni culturali – la notizia della morte di Nik Spatari. La Calabria perde uno dei Suoi Figli più Nobili. Nik Spatari è stato – aggiunge –  dono divino all’Umanità, impreziosito da opere di inenarrabile bellezza e inequivocabile significato. Intristito da questo addio terreno, invidio i Cieli che Lo accolgono con canto di Inni e suono di cimbali”. La  nostra speranza è che, passato il periodo del cordoglio la Calabria non dimenticherà il proprio illustre Figlio e continuerà ad onorarlo, non solo facendo sentire la propria vicinanza alla sua “creatura” più bella:il “MuSaBa”.

Francesco Rizza

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