BOCCHIGLIERO – La congrega dei ‘Santi’.

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Come per molti centri calabresi, anche le origini di Bocchigliero sono incerte, anche se qualcuno ritiene che la cittadina abbia ereditato un antico borgo degli Enotri costituito da più casali che si erano riuniti, essenzialmente per motivi difensivi. Secondo altri, Bocchigliero sarebbe sorta come una colonia di diritto latino fondata dai Romani durante la seconda guerra punica sulle rovine di una cittadella fortificata dei Bruzi. I suoi primi abitanti? O dei costruttori di botti “Bottiglieri” o da allevatori di buoi “BouKoleros” . Il territorio era noto già in epoca romana e fu decantato da Plinio, per le sue erbe medicamentose, come la centaurea; per l’estrazione della pietra focaia e della pietra da mola, di ottima qualità, tanto da essere paragonate alla pietra della Frigia. All’interno del Marchesato crotonese di cui fu una delle cittadine più settentrionali, nel 1678, insieme al vicino centro di Campana, fu ceduto al barone Alessandro Labonia di Rossano. Il 12 novembre 1694, invece, sempre insieme a Campana, fu acquistato dalla famiglia Sambiase che lo tenne fino all’eversione della feudalità. Fra le sue chiese assume particolare importanza quella di ‘Santa Maria de Jesu’ che fu eretta a Bocchigliero nel XV secolo, nei pressi dell’antico convento dei Padri Minori Riformati, su approvazione di papa Sisto V e del re Filippo II di Spagna. Ad abitavi fra gli altri, padre Benedetto da Rossano, del quale si conserva un manoscritto del 1615 che descrive le origini di Bocchigliero e del Culto di Santa Maria de Jesu. Il complesso religioso fu completamente ricostruito a seguito del devastante incendio del 20 ottobre 1786 ed il 19 dicembre 1954 fu elevato a santuario diocesano. La chiesa, fra l’altro, custodisce una tela della Deposizione di Luca Giordano. Nel XIX secolo, a Bocchigliero, sorse un movimento politico religioso fondato dai contadini Matteo Renzo e Gabriele Donnici: la congrega dei ‘Santi di Bocchigliero’. Il loro stile di vita era stato dettato direttamente dalla Madonna, attraverso la piccola Rachele Rachele che all’inizio della congrega aveva appena 6 anni e venne definita “portavoce della Vergine”. La vita dei ‘Santi’ fece subito scalpore, ma sulla loro reale attività non ci sono molte testimonianze, oltre ad alcuni ritratti dei suoi iscritti pubblicati nelle pagine de ‘Il Bruzio’ di Vincenzo Padula e dai loro scambi epistolari con il vescovo di Rossano. Ancor prima dello scioglimento della congrega avvenuta intorno al 1880 con l’arresto di Renzo e di Donnici, furono i loro riti a destare maggiore preoccupazione. Fra questi, il più discusso era quello della ‘coricata’ , che aveva lo scopo di provocare l’eccitazione senza però cedere all’atto sessuale. Si trattava di una sorta di prova di resistenza al peccato dove i seguaci giacevano senza toccarsi, completamente nudi e in totale promiscuità di sesso e di età. Relativamente allo stesso rito, in un documento del 1876, i ‘Santi’ osservano che “noi stiamo uniti con donne nei nostri esercizi di notte e di giorno, e perché il Signore ci ha chiamati a combattere i nemici, il mondo, la carne ed il demonio, noi l’abbiamo combattuto col vincere la carne pure la vinciamo col starci uniti, abbracciandoci e standoci anche nudi innanzi alle medesime, a dormirci pure, ed il Signore ha tanto martizzato la nostra carne, che non sentiamo stimoli, perché il nostro corpo è morto non esiste che in figura. Il mondo s’inganna quando vede queste nostre azioni e peggio che se ne scandalizza. Noi abbiamo una guida, ch’è una ragazza di cinque sei anni, essa è tutta dotata di Dio, essa guida, ha diverse visioni, è un angelo che porta le notizie della Vergine Maria e ci dice quello che dobbiamo trattare nella compagnia. Essa inoltre ci leva ogni dubbio che noi abbaiamo nella nostra mente e ci chiarisce la nostra coscienza e mantiene la pace nel nostro cuore”. La congrega, fra le altre cose, aveva finalità politiche in quanto, ancora negli anni post unitari, era molto il malcontento della popolazione che continuava a vivere negli stenti. In tale scenario, anche i sacerdoti cattolici erano nel mirino dei ‘Santi’ perché considerati come parte di tutto questo sistema. I Santi di Bocchigliero ebbero dunque, la volontà di ‘sostituire la classe religiosa falsa e bugiarda, con uomini onesti e degni di impartire i sacramenti’.
Francesco Rizza

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