Attenzione alle Fattorie didattiche. Lo chiede alla Regione la Coldiretti.

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su whatsapp

La regione Calabria rivedi il Piano Sociale Regionale 2020 \ 2022 con una maggiore attenzione verso l’ambiente e l’ agricoltura per creare un nuovo ed efficace welfare “verde”. È questa la richiesta della Coldiretti che richiama la necessità di attivare fra le altre cose quelle fattorie didattiche che sono previste dalla legislazione regionale.


A tal fine, il Il presidente della Coldiretti Calabria Franco Aceto si è rivolto all’assess regionale Gianluca Gallo. “Nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura – evidenza Aceto -non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona. Infatti, l’agricoltura sociale con leFattorie Sociali, sulle quali la Regione punta molto, come strumento assistenziale terapeutico e riabilitativo, di inclusione e di integrazione per persone fragili che altrimenti sarebbero marginalizzate se istituzionalizzate assicurerebbero un positivo riscontro della validità riservate alle cure verdi per i soggetti diversamente abili”.


La Regione Calabria, aggiunge la Coldiretti, ha già riconosciuto le Fattorie Socialicome luoghi specializzati in cui attuare ‘percorsi di integrazione, di inclusione, di assistenza riabilitativa ed educativa per persone con disabilità psico-fisiche, mentali e con svantaggio socio-culturale.


Inoltre, le “Fattorie Sociali” attraverso operatori specializzati, attuano già ora veri e propri setting terapeutico-riabilitativi e socio-educativi validati e riconosciuti dal Ministero della Salute, dal Ministero per le Politiche Sociali e dal Ministero di Grazia e Giustizia. numerose sono, le testimonianze in altre regioni, soprattutto del nord Italia dove l’agricoltura ha potuto esplicitare le grandi possibilità e opportunità che si vorrebbero cogliere anche in Calabria che potrebbe fare da apripista nelle regioni del Sud.


Sempre per la Coldiretti, è evidente che l’assenza dell’agricoltura sociale nel Piano Regionale determina di conseguenza l’assenza di queste realtà anche nei piani zonali che sono stati e si stanno predisponendo con il coordinamento dei comuni capofila. ” Affiancare il sistema dei servizi pubblici – aggiunge Aceto – fa si che l’agricoltura diventa protagonista di un nuovo modello di welfare con progetti imprenditoriali dedicati esplicitamente ai soggetti più vulnerabili che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona soprattutto nelle aree rurali. Per queste valide ragioni chiediamo attraverso le proposte di modifica/integrazione avanzate che il comparto agricolo, con alcune strutture idonee e con le fattorie sociali, debba trovare una giusta collocazione nel vigente Piano sociale regionale.
Francesco Rizza

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp