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È probabilmente il primo Comune del Crotonese ad ospitare una famiglia di Ucraini profughi dalla guerra. Stiamo parlando di Santa Severina che attraverso la collaborazione tra le Associazioni degli ortodossi di Calabria e quella dei Borghi più belli d’ Italia ha visto arrivare nel Marchesato crotonese una famiglia di Kiev ancora sotto assedio. Ad accompagnare i profughi padre Nilo, responsabile del Convento San Giovanni Nuovo di Stilo che si fa promotore di un’antica collaborazione tra i 2 borghi bizantini della Calabria, oggi anche animati dalla comune appartenenza nell’Associazione dei Borghi più Belli d’Italia.
Dimitri e Irina hanno portato con loro un messaggio di fede e di pace, raffigurato nell’antica icona di Sant’Antonio simbolo della Chiesa unita di Russia, oggi divisa e lacerata dalla guerra. L’Amministrazione Comunale di Santa Severina, come ha sottolineato il vicesindaco Pietro Vigna, ha dato la disponibilità ad accogliere altre famiglie dando il segno pieno di una forte solidarietà verso un popolo che vive una tragedia epocale. Un modo per esprimere un forte sentimento di vicinanza verso un popolo che sente di vivere i valori della pace e della solidarietà in una Europa che, pur tra mille difficoltà, vuole affermare.
L’apertura verso l’accoglienza e l’Oriente europeo, a Santa Severina non nasce dal caso e non solo dalle radici bizantine dello stupendo borgo del Marchesato crotonese. Da alcuni lustri, infatti, fra le varie istituzioni culturali che vi operano c’è pure la Libera Accademia delle Lingue Europee Orientali che con i propri corsi e le altre attività culturali rappresenta un vero e proprio ponte fra Ovest ed Est; a testimonianza che la cultura può fare tante cose anche in una estrema periferia come è oggi il Crotonese.
Francesco Rizza
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