Archeologia sul Pollino. Tre anni per scrivere la storia del Sellario.

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su whatsapp

Antiche popolazioni quasi sicuramente vissero sulle falde del monte Pollino ed è stata avviata una campagna di studi che, entro tre anni, dovrebbero attestareimportanti segni di frequentazioni umane risalenti ad epoche antichissime.


È questa l’indiscrezione a margine della campagna archeologica in alta quota denominata “Monte Pollino 2020” che ha visto protagonisti 7 ricercatori aderenti ad un progetto europeo che vede coinvolte le università di Groningen nei Paesi Bassi, St. Andrews in Scozia e Ghent in Belgio, unitamente al Gruppo Speleologico Sparviere di Alessandria del Carretto in piena collaborazione con le Soprintendenze archeologiche, Belle arti e Paesaggio della Basilicata e della Calabria, con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con l’Ente Parco Nazionale del Pollino.


Il gruppo di ricercatori, coordinato dai direttori Antonio La Rocca presidente del Gruppo Speloeologico Sparviere, Peter Attema del Groningen Institute of Archaelogy dell’Università di Groningen (Olanda), Wieke de Neef del Department of Archaeology dell’Università di Ghent (Belgio), ha tenuto nelle scorse settimane un campo avanzato di ricerca archeologica nei pressi della sorgente Pittacurcia ricadente nel territorio montano del comune di Terranova di Pollino per analizzare approfonditamente con metodi non invasivi diverse aree prospicienti la Grande Porta del Pollino effettuando diversi rilievi di magnetometria, numerose ricerche di archeobotanica, paleoloecologia e palinologia e applicato vari metodi ricognitivi e topografici.
Da quelllo che trapela, dai risultati che verranno presentati in maniera dettagliata tra un mese con la stesura delle relazioni ufficiali del campo in alta quota parla di scoperte notevoli “che faranno cambiare, e di molto, le conoscenze archeologiche dei luoghi e il loro impatto con la natura”. Si è individuato, infatti, che a duemila metri di quota ci sarebbero tracce umane antichissime.


Ai giorni nostri non si conosce il motivo della presenza dell’uomo a quelle altitudini, andrà capito e studiato nella sua natura, anche perchè la transumanza è iniziata 5mila anni fa e le scoperte rimanderebbero ad epoche ancora più lontane. Intanto le ricerche avranno una durata di un triennio ed approfondirà gli aspetti dell’antropizzazione delle alte terre del Pollino che dal Monte Sellaro alla Valle del raganello alla Sparviere ha da sempre restituito tracce di frequentazioni umane risalenti alle epoche antichissime.
Francesco Rizza

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp